Il pubblico televisivo ha avuto modo di conoscere Carolina Marconi in seguito alla partecipazione al “Grande Fratello 4“, edizione che era stata vinta da Serena Garitta. In quell’occasione la bella venezuelana si è subito dista per la sua spontaneità, caratteristica che non ha perso nemmeno con il trascorrere degli anni e che è riuscita a mantenere anche in questo periodo così difficile che si trova a vivere: qualche mese fa le è stato infatti diagnosticato un tumore al seno in seguito a un controllo di routine a cui si era sottoposta pensando di avere un figlio dal fidanzato Alessandro.



Ora l’ex gieffina ha deciso di raccontare la sua storia in un libro “Sempre con il sorriso – La storia della mia battaglia più difficile”, in cui rivela il suo percorso ora che il peggio sembra essere passato: “Non siamo malati. Il tumore è una situazione da risolvere – ha detto in un’intervista a ‘Vanity Fair’ -. Mi son sentita persa. Questo piccino mi ha salvato la vita ancora prima di nascere. Ho pochi ovuli congelati, spero con tutto il cuore che possano trasformarsi nel mio bambino.  È quando ho toccato il fondo, perché toccarlo è inevitabile, che ho capito di poter rinascere. Sono morta, il tumore mi ha ucciso, poi sono rinata una seconda volta”.



Dal tumore al seno si può guarire: il parere dell’esperto

Fino a qualche anno fa il tumore al seno sembrava essere quasi sempre inguaribile. Ora, però, fortunatamente non è più così, grazie ai progressi che la medicina ha fatto anche in questo ambito. È stato il prof. Paolo Veronesi, direttore del programma senologia dell’Istituto Europeo di Oncologia, un vero e proprio luminare del settore: “Il tumore della mammella oggi è in assoluto il tumore più frequente nel nostro Paese come in tutti i Paesi occidentali – ha detto a Sky Tg24 -. Ogni anno in Italia si ammalano quasi 55 mila donne, ed è un tumore particolarmente frequente se consideriamo che riguarda solo metà della popolazione; per fare un esempio il secondo in ordine di frequenza è il tumore dell’intestino che vede 43 mila casi all’anno distribuiti però sul doppio di popolazione (maschi e femmine). Si calcola che più o meno una donna su 9 è destinata ad ammalarsi di tumore della mammella nel corso della propria vita”.



Ed è proprio il calo della mortalità che permette a molte donne di sperare: “La mortalità per tumore alla mammella rispetto ai numeri dei casi è costantemente in discesa da ormai 30 anni e questo significa due cose: la prima è che li diagnostichiamo più precocemente questi tumori, quando hanno una maggior probabilità di guarigione, e la seconda è che li curiamo anche meglio. Noi vorremmo scoprire il tumore prima che si renda manifesto, prima che diventi palpabile (e oggi lo possiamo fare grazie alla mammografia, all’ecografia, alla risonanza e tutti gli esami che abbiamo a disposizione)”