Aumentano, purtroppo, le diagnosi di tumore in Italia: sono 14.100 in più negli ultimi due anni, per un totale di 390.700 nuovi casi nel solo 2022. Dopo il periodo del lockdown, che ha paralizzato l’attività di screening e di prevenzione, è scattato l’allarme da parte degli esperti per gli stili di vita scorretti, pubblicati nel volume “I numeri del cancro in Italia 2022” e illustrati al Ministero della Salute. Si tratta di un lavoro di ricerca scaturito dalla collaborazione tra Aiom (Associazione italiana di oncologia medica), Airtum, Fondazione Aiom, Ons, Passi, Passi d’argento e Siapec.



Le statistiche sono inequivocabili e meritano di essere lette con attenzione, visto anche lo spiacevole incremento della diffusione del tumore in Italia: il 33% degli adulti è in sovrappeso e il 10% è obeso. Non solo: il 24% fuma e i sedentari sono aumentati dal 23% nel 2008 al 31% nel 2021. Tutti fattori di rischio che non possono essere ignorati e che potrebbero contribuire, a detta dei medici, ad aggravare un quadro già di per sé tutt’altro che roseo.



TUMORE, AUMENTANO LE DIAGNOSI IN ITALIA: QUELLO PIÙ RILEVATO COLPISCE LA MAMMELLA

Continuando ad analizzare i numeri resi noti in queste ore e pubblicati dall’agenzia di stampa nazionale ANSA, si scopre che il tumore più frequentemente diagnosticato nel 2022 è stato il carcinoma della mammella (55.700 casi, +0,5% rispetto al 2020), seguito dal colon-retto (48.100, +1,5% negli uomini e +1,6% nelle donne), polmone (43.900, +1,6% negli uomini e +3,6% nelle donne), prostata (40.500, +1,5%) e vescica (29.200, +1,7% negli uomini e +1,0% nelle donne).

Sempre in base a quanto riferito in occasione dell’incontro al Ministero della Salute, l’ANSA ha evidenziato che “va letta positivamente la ripresa dei programmi di screening, tornati nel 2021 ai livelli prepandemici”: un traguardo importante, che spesso si rivela decisivo per la sopravvivenza dei pazienti. In particolare, lo screening mammografico raggiunge la copertura “del 46% (nel 2020 si era attestato al 30%), per il colon-retto del 30% (era pari al 17% nel 2020) e per la cervice uterina del 35% (era al 23% nel 2020)”.