Il tumore al pancreas rappresenta una delle forme di cancro con più elevato tasso di mortalità, non solo per le diagnosi che spesso arrivano quando ormai è troppo tardi, ma anche perchè è soggetto a recidive. Anche dopo l’intervento infatti, in base alle statistiche ufficiali, l’incidenza della recidiva è dell’ 80%. Fondamentale quindi resta la prevenzione, e trovare una cura efficace. Questa è una sfida che gli scienziati di tutto il mondo stanno cercando di vincere. Concentrando le ricerche sui vaccini personalizzati con tecnologia a mRna, si è scoperta una nuova terapia che nei primi test clinici ha dato ottimi risultati.



Lo studio è stato pubblicato sulla rivista Nature, molti oncologi hanno dichiarato che questa novità rappresenta una speranza per tutti i pazienti, in particolare quelli affetti da una tra più pericolose forme di tumore al pancreas e cioè l’adenocarcinoma duttale pancreatico, molto aggressivo e putroppo anche tra i più diffusi. Questa forma di cancro comporta in genere un sopravvivenza molto bassa, che è inferiore ai cinque anni con mortalità dell’88%, proprio perchè le recidive sono frequenti ed anche dopo l’eventuale chirurgia, la percentuale di successo resta limitata.



TUMORE PANCREAS, VERSO SPERIMENTAZIONE NUOVI VACCINI A MRNA

I medici del Memorial Sloan Kettering Cancer Center di New York, hanno avviato i primi test, coinvolgendo 16 pazienti affetti da tumore al pancreas non trattabile chirurgicamente, ai quali è stato somministrato il nuovo vaccino a mRna a base di antigeni prodotto da Pfizer/Biontech. Si è osservato quindi che nei 18 mesi successivi, il vaccino ha avuto effetti ritardanti per quanto riguarda l’insorgenza delle recidive nel 50% dei pazienti. In 8 dei 16 volontari coinvolti in pratica il vaccino ha contribuito allo sviluppo di una maggiore risposta del sistema immunitario.



A lungo termine quindi il trial clinico di fase 1 ha funzionato, ed ora i ricercatori sono pronti a richiedere l’autorizzazione per passare ad una fase successiva della sperimentazione che coinvolgerà molti più pazienti. Anche se alcuni esperti restano cauti, come ad esempio Drew Weissman, direttore dell’istituto Rna Innovation della Pennsylvania  che ha commentato sul giornale Scientific American che “ci vorrà ancora tempo prima di determinare davvero l’efficacia del vaccino, considerando anche rischi e possibili effetti avversi“.