La lotta medica contro il cancro non si ferma mai e procede in direzioni talvolta veramente rivoluzionarie, come nel caso delle nuove terapie contro il tumore alla prostata. Ne parla il quotidiano britannico Daily Mirror, esponendo anche la vicenda di Dave Kinsey, un ex ingegnere 68enne tra i primi a sperimentare la nuova terapia. Non è stato ovviamente l’unico, e prima della somministrazione si è svolto un trial clinico che ha coinvolto 800 uomini, tutti affetti da tumore alla prostata, e che hanno avuto modo di andare incontro ad una remissione della malattia, seguita da un generale prolungamento della speranza di vita.



La nuova terapia contro il tumore alla prostata

Generalmente per affrontare il tumore alla prostata si procede a somministrare ai pazienti dei farmaci che bloccano il testosterone. Tuttavia, con il procedere della malattia questa terapia risulta man mano più inefficace, soprattutto in quei pazienti ad uno stadio avanzato e che hanno già ricevuto una diagnosi terminale. In questi casi si procede d’ufficio con la chemioterapia, invasiva e dannosa e con effetti talvolta imprevedibili e, ogni tanto, altrettanto inefficaci.



Gli scienziati, dunque, hanno pensato di aggiungere ai bloccanti del testosterone (soprattutto l’abiratone) contro il tumore alla prostata, anche un altro farmaco, l’olaparib. Si tratta anche in questo caso di un bloccante, ma che agisce su un enzima di riparazione del DNA delle cellule tumorali. Dal trial sugli 800 uomini è emerso come la combinazione di farmaci riesce a prolungare la vita dei pazienti allo stadio 4 (l’ultimo, il più grave del tumore alla prostata) di circa 7,4 mesi rispetto al solo bloccante del testosterone. Secondo lo studio, inoltre, il mix di farmaci renderebbe anche superflua la chemio, mentre attualmente questa nuova terapia è in attesa di approvazione dagli enti regolatori dei farmaci in Gran Bretagna.



La storia di Dave Kinsey

Dave Kinsey, però, l’ingegnere affetto da tumore alla prostata citato dal Daily Mirror, ha vissuto un’esperienza ancora migliore. Nel 2016 gli dissero che avrebbe avuto al massimo 5 anni di vita, visto che i suoi livelli di PSA (l’indicatore per questo tipo di tumore) erano a circa 36 (in media, in una persona sana, sono sotto al 4). Assumendo il mix di farmaci, però, il livello di PSA è sceso a 0,1 e i medici hanno appurato che non vi sono più segni di attività del tumore. Insomma, in altre parole, la nuova terapia ha bloccato la progressione del tumore, di fatto sconfiggendolo.