In Italia nell’ultimo anno sono stati registrati meno casi di tumori e anche un sensibile calo del numero di decessi, dato che sorprende dal momento che si tratta della prima volta da quando viene effettuata questa sorta di ‘censimento’: a rivelarlo nelle ultime ore è una indagine, arrivata oramai al nono appuntamento, che prova a far luce sul mondo del cancro e dintorni e realizzata dall’AIOM, l’AIRTUM (Associazione Italiana registri Tumori) e col contribuito SIAPEC-IAP (Società Italiana di Anatomia Patologica e Citologia Diagnostica) che è stata presentata presso il Ministero della Salute quest’oggi. Nel volume intitolato “I numeri del cancro in Italia nel 2019” viene evidenziato infatti non solo come sia diminuito il numero delle diagnosi totali l’anno scorso ma che anche il tasso di mortalità si è ridotto: questo, oltre che per fattori contingenti e che potrebbero rappresentare un “unicum”, anche grazie però ai programmi di prevenzione messi in campo e al successo delle nuove terapie. Secondo i dati presentati sarebbero circa 371mila i casi stimati nel 2019, con 2mila diagnosi in meno rispetto all’anno prima e in cui anzi vi era stato pure un incremento in confronto al 2017.



CASI DI TUMORE IN CALO IN ITALIA

Il volume che fotografa la situazione dei tumori in Italia presentato quest’oggi insomma rappresenta un messaggio di speranza per chi si ammala di tumore nel nostro Paese, che negli ultimi tempi ha rafforzato non solo le campagne di prevenzione con una netta inversione di tendenza, dato che il numero totale di pazienti guariti si avvicina al milione di unità, laddove invece sarebbero tre milioni e mezzo coloro che continuano a vivere dopo la scoperta di una neoplasia. Andando a scomporre il dato presentato, si evince come tra le forme di tumore più diffuse via sia quella al seno con oltre 53mila casi nel 2019, seguita da quello che colpisce il colon-retto (49mila) e la prostata (42mila), seguiti poi dal cancro alla vescica e ai polmoni. Per quanto riguarda invece il numero delle persone che continuano a vivere cinque anni dopo una diagnosi di tumore, lo studio spiega come sia stato decisivo nell’ultimo mese il sempre più capillare screening: non è un caso che aumentano le possibilità di sopravvivenza, con percentuali che sono confortanti soprattutto per le donne (63% del totale) più che per gli uomini (54%). Infine è curioso notare la distribuzione geografica dei casi registrati: al Sud le diagnosi sono in calo rispetto al Nord Italia (il dato più basso riguarda la Calabria, mentre invece l’incidenza maggiore è in Friuli Venezia-Giulia con 716 diagnosi ogni 100mila abitanti).

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