Dopo aver ricevuto l’incarico lo scorso luglio, oggi ufficialmente nasce il Governo Mechichi in Tunisia: nel nuovo esecutivo che segue la grave crisi istituzionale e politica della reggenza al-Shaded, presenti giudici, accademici, rappresentanti delle istituzioni private e dello stesso Stato tunisino guidati dal 46enne Hichem Mechichi. Crisi economica, politica, sanitaria col Covid-19 e negli ultimi mesi anche con notevoli problemi di tenuta dei flussi migratori che infatti hanno letteralmente preso il sopravvento dalla “rotta libica” per gli arrivi in Grecia, Italia e Spagna. È il nono premier tunisino dopo la Rivoluzione dei Gelsomini e avrà l’arduo compito di risollevare il Paese dopo la crisi economica, con la ripresa dei colloqui col Fondo Monetario Internazionale che vedrà Mechichi tentare di “negoziare” il debito di 30 miliardi di euro. «Diamo il benvenuto al nuovo governo tunisino e speriamo che questo sviluppo garantisca la stabilità politica necessaria per il rilancio del Paese», fa sapere l’Unione Europea in una nota ufficiale della Commissione.



CONTE “BENE GOVERNO MECHICHI, ITALIA PRONTA A COOPERARE”

«Congratulazioni alla Tunisia per il nuovo Governo guidato da Hichem Mechichi. L’Italia è pronta a lavorare insieme per il rafforzamento della cooperazione strategica bilaterale, nell’interesse dei nostri due Paesi e dell’intera regione mediterranea», scrive su Twitter il Premier Giuseppe Conte, impegnato a Palazzo Chigi per un vertice con il sindaco di Lampedusa Totò Martello e il Governatore della Sicilia Nello Musumeci proprio sul tema principale degli ultimi scambi geopolitici tra Tunisi e Roma, l’immigrazione clandestina. L’Italia spera dalla stabilità politica del neo-Governo Mechichi di poter trarre in porto gli iniziali accordi svolti nelle ultime settimane dai Ministri Lamorgese e Di Maio nei loro viaggi in Tunisia. Non è solo il nodo migranti però ad interessare la comunità internazionale dopo la fiducia avuta in Parlamento dal Governo Mechichi (134 Sì, 67 No e 0 astenuti, con anche l’appoggio del partito di Ennahdha, che ha la maggioranza alle camere): riforme e sviluppo viene richiesto al Governo di Tunisi, che però si offre come possibile luogo di dialogo nazionale per la pace della vicina Libia. «La Tunisia si candida a ospitare il dialogo nazionale libico per riunire le varie componenti del paese vicino e trovare una soluzione politica al conflitto», lo ha detto oggi il presidente della Repubblica tunisina, Kais Saied, durante un incontro al Palazzo di Cartagine con l’inviato Onu facente funzione in Libia, la statunitense Stephanie Williams (fonte Agenzia Nova). Il capo dello Stato di Tunisi ha poi spiegato come «la volontà della Tunisia di continuare a stare al fianco del popolo libico mettendo le proprie capacità e competenze al servizio della stabilità e della ricostruzione delle istituzioni in questo Paese fratello».



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