Clima di alta tensione in Tunisia dopo la decisione del presidente Saied di sospendere il Parlamento e di licenziare il premier Hicham Mechici. Intervenuta a Rainews24, Ester Sigillò, conoscitrice del Paese e ricercatrice all’università di Bologna sui movimenti islamici nel Maghreb, ha spiegato: «Quello che sta accadendo non sorprende del tutto chi studia la Tunisia, gli sviluppi si inseriscono in un contesto di pesantissima crisi sanitaria che va ad aggravare un quadro già compromesso di crisi economica-sociale».
Dopo aver ricordato che era stato lo stesso presidente della Tunisia a nominare Mechici alla guida del governo tecnico, l’esperta ha evidenziato: «E’ ancora presto per commentare l’uso che il presidente farà dell’articolo 80 della Costituzione,ma possiamo dire che, nonostante le difficoltà che il paese conosce da me, siamo lontani dall’essere da un pericolo imminente come guerra o blocco delle istituzioni. Questa decisione avrebbe dovuto essere autorizzata da una corte costituzione, un organo della quale la giovane democrazia tunisina non s’è ancora dotata». La Sigillò ha poi rimarcato: «Ci sono degli elementi di criticità: questa notte molte persone si sono riversate in strada per festeggiare la decisione del presidente, l’esercito s’è piazzato davanti al Parlamento. I sostenitori del rpemier parla di colpo di Stato, ma anche alcune forze di Sinistra, citando Al Sisi». (Aggiornamento di MB)
CAOS POLITICO IN TUNISIA
E’ scoppiato il caos in Tunisia dopo che il presidente Kais Saied ha annunciato la sospensione del parlamento nonché le dimissioni del premier, Hicham Mechici, e di aver tolto l’immunità a tutti i membri del parlamento; a capo del paese vi è ora, in via temporanea fino alla nomina di un nuovo primo ministro, lo stesso Saied. Una decisione che è giunta al termine di una giornata in cui in tutto il paese si sono moltiplicate manifestazioni e proteste proprio nei confronti dell’ormai ex esecutivo, con centinaia di persone scese in piazza per esternare la propria insoddisfazione, in particolare, per l’attuale situazione sanitaria, sociale ed economica in cui versa la Tunisia, aggravata dal covid.
“Un colpo di stato contro la rivoluzione e la Costituzione”, è stato il commento del leader di Ennahda, Rached Ghannouchi, capo del Parlamento tunisino. E ancora: “È un golpe contro la legittimità, la Costituzione, l’Assemblea dei rappresentanti del popolo, il governo, le istituzioni”, ha proseguito, denunciando come la decisione sia stata presa “senza nessuna consultazione. È un tentativo di monopolizzare il potere”.
TUNISIA, PRESIDENTE RIMUOVE PREMIER E SOSPENDE PARLAMENTO: “DECISIONI LEGITTIME”
Saied, dal suo canto, sostiene con forza le proprie azioni: “Sono decisioni prese nel rispetto della Costituzione. Non è un colpo di stato. Ho deciso di assumere il potere esecutivo con l’aiuto di un capo di governo che nominerò io stesso. Secondo la Costituzione ho adottato le decisioni richieste dalla situazione per salvare Tunisi, lo Stato e il popolo tunisino”.
A protezione del parlamento e della tv di stato, sono stati schierati i militari che respingono chiunque non sia autorizzato ad entrare, ma il presidente ha escluso ulteriori misure per evitare eventuali spargimenti di sangue, memore di quanto accaduto dieci anni fa con la famosa Rivoluzione dei Gelsomini. “Chi punta un’arma diversa da quella della legittimità troverà un’arma, ma non voglio una sola goccia di sangue. Quello che è accaduto non è stato un colpo di stato”.