Banca Mondiale interrompe i sussidi alla Tunisia
Recentemente la Tunisia, dopo un violento discorso pronunciato dal presidente in carica Kais Saied, è precipitato nel baratro del razzismo. Il presidente, infatti, ha chiesto delle misure urgenti per cercare di porre un freno alle migrazioni dall’Africa subsahariana, accusando i migranti di star cercando di trasformare la Tunisia. In seguito al discorso la violenza è ben presto dilagata in tutto il paese, spingendo la Banca Mondiale a prendere una storica decisione.
L’istituto ha, infatti, comunicato la sua intenzione di interrompere una serie di programmi finanziari recentemente accordati con la Tunisia. Secondo la Banca Mondiale, si legge in una nota citata da diversi quotidiani italiani, la sicurezza e l’inclusione dei migranti e delle minoranze è “parte dei nostri valori di inclusione, rispetto, anti-razzismo in tutte le sue forme”. In ballo c’erano finanziamenti per 2 miliardi, in parte già decisi e allocati e in parte ancora soggetti a trattative, destinati al salvataggio della Tunisia dalla complicata crisi economica che da tempo la colpisce. Il programma sarebbe durato 48 mesi, mentre il congelamento recentemente comunicato sarebbe temporaneo.
Tunisia tra razzismo e crisi economica
La portata della crisi economica in Tunisia, inoltre, sarebbe veramente problematica, soprattutto dopo lo stop della Banca Mondiale. In generale l’inflazione attualmente starebbe correndo, e ha raggiunto a febbraio il 10,3%, mentre il tasso di disoccupazione sarebbe è superiore al 15% (la cifra più alta ma registrata nell’ultimo decennio), con un deficit nel 2022 pari al 7,7%. La Banca Mondiale aveva intrapreso una missione per salvare il paese, almeno prima delle ultime dichiarazione del presidente Saied.
Il presidente della Tunisia, infatti, ha pronunciato un difficile discorso ha detto che i migranti provenienti dall’Africa subsahariana starebbero trasformando lo stato in “un Paese solo africano, che non ha alcuna affiliazione con le nazioni arabe e islamiche“, accusandoli per la criminalità e la violenza dilaganti. I migranti sarebbero affiliati, secondo Saied, ad una “impresa criminale” che ha proprio lo scopo di trasformare la faccia della Tunisia. Al discorso sono subito seguite numerose ferme condanne, tra cui quella dell’Unione africana che l’ha definito un “discorso d’odio razzializzato”. Oltre a questo, però, anche il paese sarebbe insorto, rivolgendo tutto il suo odio razzista verso gli immigrati subsahariani, con assalti e accerchiamenti che hanno spinto le ambasciate a rimpatriare numerosi immigrati in via emergenziale.