Tunisia, scattano le violenze dei residenti contro i migranti in attesa di partire sulla rotta per il Mediterraneo, a Sfax, principale centro dei flussi migratori, i cittadini sono scesi nelle strade promuovendo odio razziale con slogan contro i neri africani subsahariani e aggredendo le persone con spranghe e sassi. Ora la preoccupazione è che la guerriglia possa contagiare anche altre città e zone, nelle quali la presenza di persone provenienti dalle regioni dell’Africa a sud del deserto del Sahara è particolarmente elevata. I politici, compreso il leader Saied, sono accusati di alimentare gli scontri promuovendo il razzismo.



Tutto infatti è iniziato da un omicidio ai danni di un tunisino avvenuto nel porto commerciale di Sfax, per il quale il deputato Tarek Mahdi ha accusato “i subsahariani neri” di voler compiere atroci delitti in nome di una “sostituzione etnica“. Il politico ha poi condiviso sui social un video di protesta nel quale mostrava la vittima affermando che “Sono stati gli africani, sono ovunque“. I cittadini già provati dall’aumento costante di immigrati che affollano le periferie e le zone portuali in attesa di partire, si sono quindi armati contro “il nemico” compiendo aggressioni e abusi anche su donne e bambini.



Violenze in Tunisia, politici promuovono l’odio razziale nei confronti degli africani subsahariani

Prosegue l’ondata di violenza in Tunisia tra residenti e migranti provenienti dal centro dell’Africa, accusati di voler compiere una sostituzione etnica. Queste ideologie basate su un odio razziale di fondo sarebbero promosse anche dal presidente Kais Saied, che ha anche pubblicato sui social la volontà di reprimere in tutti i modi “l’invasione”. I migranti sono ammassati alle frontiere e subiscono ogni giorno abusi di ogni tipo da parte della polizia, spesso vengono lasciati senza cibo nè acqua, percossi, o prelevati e abbandonati al confine con la Libia in pieno deserto.



La condanna a questi atti è arrivata anche dall’inviato speciale dell’agenzia Onu Unhcr, che ha ribadito ieri l’obbligo della Tunisia a rispettare le convenzioni internazionali per i rifugiati. Ora sussiste anche l’obbligo dell’Europa di instaurare un dialogo collettivo per cercare di trovare un accordo sui diritti umani condizione fondamentale per garantire fondi al governo, ma come sottolinea il quotidiano Il Foglio, non solo il patto non viene rispettato ma sussiste anche l’aumento del +455% di partenze dalla Tunisia rispetto al 2022.