Gli islamici residenti a Turbigo, paese di settemila abitanti del milanese, quasi tutti pakistani occupati nelle concerie della zona, a febbraio avevano chiesto al sindaco Fabrizio Allevi di poter avere uno spazio pubblico dove poter celebrare la festa per la fine del Ramadan. Il Comune non ha replicato formalmente e per questo la comunità religiosa si è rivolta al Tar, che ha imposto al sindaco di formalizzare una risposta in virtù del regolamento comunale che obbliga l’amministrazione a replicare alle domande dei cittadini entro trenta giorni, spiega Libero.



La replica di Allevi, esponente di Fratelli d’Italia, è arrivata nei termini stabiliti dai giudici. “A Turbigo non ci sono spazi adeguati per accogliere queste persone. Né all’aperto né al chiuso” si legge. Le uniche due aree che potrebbero ospitare un numero simile di persone non si possono ritenere disponibili, secondo il primo cittadino: una è piazza Madonna della Luna, che il 9 e 10 aprile ospita già le bancarelle del mercato, mentre l’altro è il pratone della Giobia, spazio vicino alla scuola media che sarebbe di “difficile accesso perché nel periodo scolastico la via che sale all’istituto viene interdetta al traffico, e tutte le vie d’intorno, dove i genitori sono soliti parcheggiare per accompagnare i ragazzi, sono a senso unico”.



La Comunità islamica ricorrerà al Tar

L’avvocato Luca Bauccio, difensore dell’associazione Moschea Essa, ha replicato alla risposta di Allevi: “Il sindaco ha risposto fondando le proprie ragioni su aspetti propagandistici e pretestuosi, senza alcun tipo di rispetto nei confronti dei propri concittadini. È una risposta cavillosa e indegna del ruolo che un sindaco delle svolgere, al di sopra delle parti e nell’esclusivo interesse dei suoi concittadini. È vergognoso che in due mesi un sindaco non trovi una soluzione, né tantomeno cerchi un contatto con i proponenti per valutare le problematiche, segno di incapacità e pregiudizio”.



Ha replicato ancora Allevi, spiegando che per il Comune “resta solo un problema di viabilità e parcheggio, ma anche logistico, perché sono aree non deputate ad accogliere gruppi numerosi di persone. Abbiamo risposto con colpevole ritardo solo perché gli uffici erano oberati di lavoro con le scadenze dei progetti del Pnrr”. L’avvocato Bauccio ha impugnato la decisione del sindaco chiedendo che sia il Tar a pronunciarsi al posto del primo cittadino di Turbigo. Ashfaq Munib, rappresentate dell’associazioni pakistane in Lombardia, ha aggiunto: “Non credo davvero che in tutta Turbigo non ci sia uno spazio idoneo per ospitare non più di 100-150 persone. Alla base di tutto c’è una grande disinformazione e mistificazione” in merito al Ramadan e non solo.