RISCHIO GUERRA CIVILE IN TURCHIA: UNA SETTIMANA DI PROTESTE, ORA PURE CONFERMATO L’ARRESTO DI IMAMOGLU
Nel giorno in cui alle primarie del partito repubblicano CHP il sindaco di Istanbul – Ekrem Imamoglu – sarebbe con ogni probabilità stato eletto candidato Presidente per le Elezioni del 2028 (e anche all’eventuale voto anticipato), il tribunale centrale della città ha confermato formalmente l’arresto dopo il fermo improvviso dello scorso 19 marzo 2025. 4 giorni e 4 notti di proteste enormi tra Istanbul e Ankara rischiano ora di lanciare un periodo molto buio per la Turchia, con il Governo del Presidente Erdogan messo sotto accusa e contrastato in piazza, con il rischio di guerra civile sostanziale viste anche le reazioni durissime delle forze dell’ordine.
Blocco parziale di internet, “silenziate” le opposizioni su X e sugli altri social, arresti su larga scala e rischiosa di scarcerazione per Imamoglu, il principale politico antagonista di Erdogan alle prossime Elezioni Presidenziali: accusato di corruzione, favoreggiamento del terrorismo (per il partito PKK dei curdi antagonisti del “Sultano” Presidente), il sindaco di Istanbul assieme a 21 collaboratori sono stati arrestati in attesa del processo e non potranno partecipare alla vita politica turca quantomeno per tuti i prossimi, forse, decisivi mesi.
Il Governo ha vietato qualsiasi manifestazione regolare in favore di Imamoglu, qualsiasi sit-in e/o assembramento: migliaia di studenti, lavoratori e semplici cittadini hanno però sfidato ancora ieri il divieto imposto portandosi vicinissimo all’ufficio dove il sindaco e leader CHP è stato poi interrogato. La moglie di Imamoglu ha poi invitato tutti a partecipare alle primarie del suo partito previste per oggi: «stiamo votando per la democrazia, la giustizia e il futuro per proteggere il sindaco Ekrem».
Anche il partito ha invitato tutti al voto (previsto tra le 8 e le 17 di quest’oggi 23 marzo 2025, ndr) con lo stesso Imamoglu che rimane ovviamente tra i candidati sulle schede e che rischia ora di ricevere una valanga di preferenze dopo l’atto anti-democratico imposto dai giudici “pro” Erdogan.
ERDOGAN DÀ DEI “TERRORISTI” ALL’OPPOSIZIONE CHE INSORGE PER IL SINDACO ARRESTATO
Se per l’opposizione il rischio è l’arresto e l’ulteriore “pugno di ferro” delle forze dell’ordine nelle prossime settimane, il Governo stesso di Ankara teme che la vicenda Imamoglu possa diventare un boomerang da cui difficilmente districarsi. Già diverse volte in passato Erdogan ha approfittato e indirizzato arresti di oppositori, limitando le libertà costituzionali e democratiche.
Ora nel momento di minima fiducia dell’elettorato, l’arresto del suo sfidante sindaco di Istanbul può essere una spinta in più per il popolo alle urne, specie se davvero Erdogan tenterà il “colpo di mano” con il voto anticipato per potersi così ricandidare (altrimenti nel 2028, senza modifiche costituzionali, non potrebbe essere il candidato del’AKP per la Presidenza della Turchia). «Le opposizioni e il CHP fa terrorismo da strada e fomenta il caos», ha detto ieri durante una riunione del partito il Presidente turco lanciando una “sfida” diretta a tutte le opposizioni in piazza, «non permetteremo che distruggano l’ordine pubblico».
Nel frattempo l’indagine che ha portato all’arresto di Imamoglu resta avvolta nel mistero e risulta difficile credere che non abbia avuto implicazioni politiche visto il “timing” (arresto prima delle primarie) e gli accusati, soprattutto. «Infondate e immorali le accuse nei miei confronti», ha detto tramite il suo avvocato il sindaco Imamoglu. Con il CHP che parla di “golpe anti-democratico”, il sindaco di Ankara Mansur Yavas – fino a qualche mese fa l’unica vera alternativa a Imamoglu per sfidare Erdogan – rilancia sull’arresto vergognoso per la Turchia, «solo motivi politici».