Nell’incontro di venerdì a Praga, il ministro degli esteri turco ha affermato che il Paese non vuole che la NATO “partecipi” alla guerra in Ucraina, anche se sostiene gli aiuti militari a Kiev. Hakan Fidan ha parlato dopo l’incontro informale dei ministri degli Esteri dei membri della NATO a Praga, spiegando: “Sosteniamo la continuazione degli aiuti all’Ucraina e la capacità di dissuasione dell’Ucraina (contro la Russia), ma non vogliamo che la NATO prenda parte a questa guerra”, ha sottolineato il turco. Dunque, da parte della Turchia una richiesta esplicita di non partecipazione attiva dell’Alleanza nel conflitto ucraino.



Alla stessa riunione ha preso parte anche Tajani: il ministro degli esteri italiani, prendendo parola a margine dell’incontro, ha spiegato: “Ci sono norme differenti ma il sostegno è fuori discussione. Non ci sono divisioni interne, a Mosca stiamo tranquilli”. Tra pochi giorni si terrà inoltre un incontro sulla ricostruzione dell’Ucraina in Germania: un summit al quale l’Italia sarà presente. Tajani, prendendo ancora parola a margine della riunione NATO, ha spiegato: “L’Italia guiderà l’anno prossimo la ricostruzione di Kiev. L’Occidente non lascia sola l’Ucraina”.



Blinken: “L’Ucraina entrerà nella NATO”

Nel corso dell’incontro NATO a Praga si è discusso anche del possibile ingresso dell’Ucraina nell’Alleanza: il segretario di Stato Usa Blinken, che ha spiegato come “gli alleati NATO hanno concordato e chiarito a Vilnius (nell’ultimo vertice, ndr) che l’Ucraina diventerà membro”. Lo statunitense ha proseguito: “Il nostro obiettivo era quello di gettare un ponte per avvicinare a noi l’Ucraina, è un ponte solido e ben illuminato”. Anche il segretario generale Jens Stoltenberg sembra indirizzato verso la stessa linea di pensiero. Da Praga ha infatti affermato che “al vertice Nato di luglio a Washington, ci dovrebbero essere nuovi passi avanti nel processo di adesione dell’Ucraina all’Alleanza atlantica”. Non sono ancora chiari i tempi di adesione che dipenderanno dal consenso dei Paesi membri: novità importanti potrebbero però arrivare tra il 9 e l’11 luglio.

Leggi anche

SCENARI/ Da Trump a Khamenei, le manovre di Teheran per superare la fine di Assad