Un referendum per introdurre il velo islamico. Lo propone il presidente della Turchia, Recep Tayyip Erdogan, che valuta di tenere una consultazione su una modifica costituzionale per garantire il diritto all’hijab nell’amministrazione pubblica, nelle scuole e nelle università. «Se avete il coraggio, venite, sottoponiamo al referendum» l’uso del velo islamico, «lasciamo che sia la nazione a decidere», ha spiegato il capo di Stato turco rivolgendosi durante un discorso televisivo a Kemal Kilicdaroglu, il principale partito di opposizione, il laico Chp, partito creato da Ataturk.
La Turchia, che è maggioranza musulmana ma con laicità sancita nella costituzione, per molto tempo è stata un Paese col divieto di indossare il velo nelle amministrazioni pubbliche, nelle scuole e in università, oltre che in alcuni luoghi come il parlamento o nell’esercito. Questa, dunque, è l’ultima sfida di Recep Tayyip Erdogan, consapevole che la questione del velo è particolarmente sentita nel mondo mediorientale.
DALL’OPPOSIZIONE: “ERDOGAN, VUOI IMITARE ORBAN”
Non si è fatta attendere la replica di Kilicdaroglu che ha provocatoriamente respinto l’idea di un referendum sul velo islamico, accusando Erdogan di «imitare» il leader nazionalista ungherese Victor Orban. Il tema è dibattuto in Occidente, dove si invocano scelte libere e democratiche per le donne, invece in Turchia, dopo essere stato al centro dei dibattiti negli anni ’90, è tornato sulla scena negli ultimi mesi, in vista delle elezioni generali del 2023. Quella del presidente turco è, dunque, un tentativo di picconare le scelte laiche introdotte il secolo scorso dal fondatore e primo presidente della Turchia, Mustafa Kemal Ataturk, allo scopo di portare il Paese al passato tradizionalista. Questa proposta senza dubbio susciterà polemiche, come accaduto in occasione della riconversione di Santa Sofia, lo storico monumento di Istanbul, trasformato da museo in moschea, così come il ritiro di Ankara dalla Convenzione di Istanbul contro la violenza sulle donne.