Lo psicoterapeuta Gustavo Pietropolli Charmet ha tracciato, sulle pagine del Corriere della Sera, un identikit psicologico di Filippo Turetta, il 22enne che ha ucciso la ex ragazza, Giulia Cecchettin, temendo che questa si sarebbe allontanata per sempre da lui. L’idea principale è che Filippo, come molti altri femminicidi simili a lui si sarebbe potuto salvare se solo avesse incontrato “qualcuno in grado di trasformare la sua rabbia e voglia di vendetta ‘solo’ in parole di morte”.



Turetta, comunque, senza mezzi termini, secondo Charmet rimane “uno stalker che uccide chi l’ha abbandonato. In questi soggetti”, spiega, “nella relazione, più che l’amore e la sessualità, prevale qualcosa di misterioso che tende a guarirli da un dolore inespresso, in modo magico e portentoso”, che finisce per restituire alla loro relazione “un carattere irrinunciabile: una questione di vita o di morte”. Le persone come Turetta, secondo il terapeuta, si comportano mediamente nello stesso modo, accanendosi “in una prima fase in pedinamenti e agguati per riportare lei alla ragione”, che sfociano in “rabbia, malinconia e disperazione se l’abbandono si concretizza. E, ai suoi occhi, la responsabile di ciò è la persona che aveva fatto il sortilegio e poi l’ha rotto”.



Charmet: “L’orsacchiotto di Turetta era un campanello d’allarme”

Turetta, comunque, secondo Charmet aveva già presentato diversi campanelli d’allarme, come la possessività che aveva espresso a Giulia in un audio che lei aveva fatto ascoltare alle amiche. “Tipico di questi soggetti”, spiega il terapeuta, “è far sentire tutto il peso dell’assenza, arrivando persino alla minaccia del suicidio, tranne poi non trovare il coraggio di suicidarsi anche dopo averla uccisa”, esattamente come Filippo.

Un altro evidente campanello di allarme su Turetta, continua Charmet, è il fatto che “a 22 anni andasse a letto con un orsacchiotto“, sintomo del fatto che cercasse di “compensare la perdita del calore della persona desiderata”. Una cosa che “fa capire quanto gli mancasse la ‘magia’ della relazione amoroso: solo l’orsacchiotto gli consentiva di prendere sonno”. Casi come quello di Giulia Cecchettin e Filippo Turetta, secondo lo psicologo, dimostrano perfettamente che “nei ragazzi c’è tanto disagio, sofferenza e solitudine. Spesso sono troppo ascoltati, coccolati, curati e sorvegliati. Me questo non vuole dire che siano conosciuti e capiti”.