Si dice turismo, e si pensa a un bene voluttuario, al tempo libero, alla vacanza. Forse è proprio questo il sentiment che continua a zavorrare ogni intervento pubblico, ogni considerazione: il turismo nell’immaginario è qualcosa che se c’è bene, se non c’è tutto sommato si va avanti comunque, e se la congiuntura lo mette in sofferenza beh… saprà sempre come venirne fuori da solo.
È una cultura d’impresa intera da cambiare: oggi si scrive turismo, ma si deve leggere come la filiera industriale che produce il 13% del Pil e che garantisce migliaia di posti di lavoro. Se il turismo va bene, i dati occupazionali vanno bene, la produzione e il commercio di beni e servizi anche, e le entrate per le amministrazioni pubbliche (tasse di soggiorno, ingressi a mostre e musei, mezzi di trasporto ecc.) pure. Lo sa bene l’assessore regionale veneto al Turismo, Federico Caner.
Il Veneto è la prima regione turistica d’Italia, e proprio grazie a questo settore si può ancora dire “locomotiva”. I dati 2022 lo hanno confermato, assessore?
Nel 2022 il turismo veneto ha conosciuto una ripresa dei flussi turistici in molte destinazioni, seppur in modo non omogeneo, che confermano la piena ripartenza del settore. I dati dell’Osservatorio del Turismo Regionale Federato, in particolare, evidenziano come questa ripresa sia avvenuta in modo diversificato tra i diversi cluster tematici del turismo veneto.
Una ripartenza a macchia di leopardo?
Mare e lago sono sicuramente i comparti che meglio hanno reagito al post-pandemia e che per primi hanno guidato la ripresa del turismo veneto, arrivando in alcuni periodi a superare i tassi di occupazione delle camere registrati nel 2019, anno – ricordiamolo – record del turismo veneto. Montagna e terme, invece, mostrano un andamento più altalenante: in particolare per le terme la ripresa vera si è avvertita solo a partire dai mesi settembre-ottobre, in coincidenza con la stagione autunnale. Per quanto concerne le città d’arte, come per gli altri comparti turistici del Veneto, la ripresa si è avuta a partire da aprile, con un andamento che solo nei mesi estivi e invernali ha raggiunto e in qualche settimana superato i tassi di occupazione del 2019.
Parliamo di turismo domestico?
Dopo un lungo periodo in cui è stato fondamentale proprio l’apporto del turismo domestico, nel 2022 tutti i mercati esteri hanno aumentato la loro presenza in Veneto, e diversi hanno mostrato un segno positivo anche rispetto ai tempi precedenti alla crisi sanitaria, a cominciare da tedeschi e austriaci, da sempre nostri affezionati clienti.
Le presenze da Natale a Capodanno sono state in linea rispetto alle aspettative? E le previsioni come sono?
La stagione invernale in montagna è partita molto bene, segnando un andamento positivo già a partire dal ponte dell’Immacolata e registrando grandi afflussi di sciatori sia per Capodanno che per l’Epifania. Basti pensare che il tasso di occupazione medio delle camere d’albergo nella settimana di Natale è stato in alcuni casi anche superiore a quello del 2019. Secondo le previsioni del nostro Osservatorio, il trend positivo dovrebbe continuare per tutto gennaio, soprattutto nella settimana tra il 16 e 23 gennaio in coincidenza con l’avvio delle settimane bianche e anche delle gare di coppa del mondo femminile a Cortina.
L’innovazione è indicata quale asset fondamentale per un turismo più contemporaneo e competitivo. La Regione agevola questo cambiamento?
Come Regione del Veneto abbiamo avviato un’importante attività di sostegno alla rigenerazione dell’offerta delle imprese turistiche già con i bandi di finanziamento della precedente programmazione di fondi europei (2014-2020), che ora con la nuova programmazione 2021-2027 vogliamo estendere anche alle destinazioni turistiche. Proprio il 16 novembre scorso la Commissione europea ha approvato il Programma Regionale FESR 2021-2027 del Veneto, con il quale abbiamo programmato di stanziare circa 87 milioni di euro a favore del turismo. Non una cifra da poco! E tra i vari obiettivi degli interventi, particolarmente rilevante è quello legato alla digitalizzazione: puntiamo a sostenere l’organizzazione dell’offerta delle destinazioni turistiche venete e delle loro imprese sul digitale attraverso la loro trasformazione in Smart Tourism Destination (STD), ovvero destinazioni dove i vari stakeholder, sotto il coordinamento della Destination Management Organization (DMO-OGD), facilitano l’accesso al turismo e ai prodotti per l’ospitalità, servizi, spazi ed esperienze attraverso soluzioni innovative basate sull’ICT, rendendo il turismo sostenibile e accessibile.
E oltre alla digitalizzazione?
Altro obiettivo rilevante è quello legato alla competitività delle imprese turistiche, per cui gli interventi mireranno a sostenere: a) la rigenerazione e innovazione delle strutture ricettive per l’evoluzione in termini di piena accessibilità, sviluppo tecnologico, transizione digitale ed ecologica, innovazione di servizi e prodotti; b) la creazione, sviluppo e consolidamento di club di prodotto per favorire il riposizionamento differenziato delle imprese e delle destinazioni turistiche venete; c) l’attivazione, sviluppo e consolidamento di aggregazioni di imprese per la promozione sul mercato nazionale e internazionale favorendo l’aggregazione tra imprese turistiche, culturali e creative; d) la partecipazione a manifestazioni fieristiche in Italia e nel Mondo per la promozione turistica e culturale a regia regionale, per favorire lo scambio di rapporti b2b sia attraverso l’uso di piattaforme online che mediante il recupero di incontri in presenza.
Funziona l’osmosi tra pubblico e privato?
Il sistema di governance del turismo veneto, da noi voluto e normato con una legge apposita nel 2013 (LR 11/2013), acquisisce oggi ancora più rilevanza alla luce di scenari turistici che negli ultimi anni sono fortemente mutati. L’esigenza di una gestione integrata e sostenibile delle destinazioni è, sempre più, una precondizione per tornare a competere sui mercati nazionali e internazionali. In tal senso appare sempre più necessario potenziare il ruolo delle Organizzazioni di Gestione delle Destinazioni (OGD) e accompagnare la loro evoluzione da meri tavoli di confronto a forme di presidio organizzato delle stesse. D’altronde non vi è alternativa alla necessaria osmosi tra pubblico e privato, perché se è vero che non c’è turismo senza impresa, non c’è turismo nemmeno senza governo del territorio. E nel turismo, più che in ogni altro settore dell’economia, la gestione integrata delle destinazioni, con delle vere e proprie DMO (Destination Management Organization) è precondizione, insieme alla sostenibilità, per competere in modo efficace nel mercato turistico.
(Alberto Beggiolini)
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