Il turismo è il “petrolio” dell’Italia, che però rischia di sprecarlo. Nonostante ci sia un boom di prenotazioni, si fatica nell’accoglienza a causa della carenza di personale. Non ci sono camerieri e cuochi, ad esempio. Le strutture faticano, quindi, a soddisfare la domanda. Secondo le previsioni dell’istituto Demoskopika, quest’anno dovrebbero esserci oltre 442 milioni di presenze e 127 milioni di arrivi, per una crescita dell’11,2% rispetto all’anno scorso. Oltre il 50% delle prenotazioni arrivano dall’estero. Il boom riguarda soprattutto il Sud Italia, con la primavera che inizia a farsi sentire: in Campania sono previsti oltre 6 milioni di turisti. Ma c’è grande richiesta anche in Salento. Stando a quanto riportato da La Verità, è stato registrato un incremento consistente del traffico negli aeroporti.



Lo scenario è positivo, così come le premesse. Il problema è che il turismo italiano ha diversi punti deboli, senza dimenticare il nodo delle concessioni balneari. Secondo Assoturismo Confesercenti, ci sono oltre 50mila posizioni vacanti nelle imprese turistiche. A mancare sono cuochi, camerieri e barman, così come receptionist e bagnini. Una situazione a dir poco paradossale, visto che ci sono i presupposti per un incremento della produzione e dei posti di lavoro creati.



TURISMO, L’ANALISI DI BERNABÒ BOCCA

C’è poi la crisi del sistema alberghiero. Giampietro Ferrari, Head of operations per Remax commercial corporate, ha spiegato che ci sono «migliaia di alberghi sono in default», di conseguenza «il fenomeno è molto più vasto di quanto non lo si voglia far apparire». Secondo quanto dichiarato a La Verità, questa crisi ha una radice culturale, perché attualmente «il turismo funziona se ha un respiro internazionale». Questo richiede che ci si adegui a standard qualitativi che richiedono investimenti. Presidente Bernabò Bocca di Federalberghi conferma che non c’è il rischio che l’Italia non riesca ad agganciare il momento favorevole della crescita del turismo: «Le previsioni sulle presenze sono positive sia per la primavera sia per l’estate. Non bisogna perdere questa grande occasione. Il turismo ha dimostrato che in una situazione di normalità, può dare un grosso contributo anche per l’indotto. Non riempie solo le casse degli alberghi, ne beneficia ciò che c’è attorno». Il problema è anche politico: «Il turismo non è mai stata una priorità tra le voci del bilancio pubblico. In altri Paesi europei le riqualificazioni degli alberghi vengono aiutate da fondi pubblici. Noi dobbiamo affidarci al credito e sappiamo che le banche non sono mai state tanto generose».



CARENZA PERSONALE, STIPENDI E FORMAZIONE

Per quanto riguarda il problema della carenza di personale, non è una questione di retribuzioni basse per Bernabò Bocca. «Certo, se confrontata al reddito di cittadinanza a cui si sommano i lavoretti al nero, la retribuzione di 1.600-1.700 euro che può dare un albergo, è inferiore», ammette il presidente di Federalberghi. C’è un’altra questione da non sottovalutare, il fenomeno della trasmigrazione, durante la pandemia Covid, «di tanti giovani che hanno lasciato il settore del turismo perché percepito come poco sicuro e hanno trovato un impiego pubblico». La carenza di personale riguarda comunque il personale specializzato, quindi non c’entra solo il reddito di cittadinanza. «Le professionalità più alte mancano, semplicemente perché sono pochissime e contese dai grandi alberghi. Manca in Italia una scuola di formazione. Quella di Stresa che rappresentava un modello, è stata chiusa e ora chi vuole specializzarsi deve andare a Losanna. Il mio gruppo alberghiero ha stipulato una partnership con questo istituto svizzero e i ragazzi che terminano i corsi li impieghiamo nelle strutture», dichiara a La Verità. L’Italia, che aveva una tradizione di scuola alberghiera che era un vanto a livello internazionale, può rimediare: «Era una eccellenza che è andata persa ma il ministro per il Turismo sta lavorando per ricreare un modello simile».