Bisogna far sapere che si vive in una regione, in questo caso il Veneto, che offre un grande margine di sicurezza; insistere nella comunicazione; rendere possibili pranzi e cene al ristorante anche al chiuso; vaccinare tutti gli operatori del comparto turismo, perché tutto il Veneto deve diventare il più preso possibile un’isola Covid-free. Sono i punti principali dell’agenda dell’assessore regionale veneto al Turismo Federico Caner, una laurea in Scienze politiche in tasca, imprenditore agricolo (e infatti il presidente Luca Zaia gli ha affidato anche la delega per l’agricoltura).
Tra poco si riapriranno attività e confini. Assessore, per il turismo c’è dunque qualche certezza in più?
Credo che la vera certezza siano la bellezza e l’offerta delle nostre destinazioni turistiche, che hanno reso il Veneto, con 71 milioni di presenze, la regione più turistica d’Italia. Possiamo contare su una clientela molto affezionata: non è un caso se i principali indicatori online (siti, social media) indicano un sentimento di soddisfazione e approvazione da parte dell’89 per cento delle persone che danno un giudizio sulle nostre destinazioni.
Crede che il passaporto vaccinale potrà garantire al turismo un restart sicuro? Pensa si adotterà un nuovo documento, un’autocertificazione, un’app o qualcos’altro ancora?
Ho sempre detto che il termine “passaporto vaccinale” non mi convince. Rischia di essere confuso e di creare posizioni discriminatorie tra chi può ottenerlo e chi no, perché magari non può pagarsi un tampone. Al momento si discute di un pass verde che dovrà essere approvato dal Consiglio dei ministri: un documento telematico o cartaceo che attesti la guarigione dal Covid o il fatto di essere risultati negativi al tampone o ancora di aver sostenuto il vaccino. Penso comunque che la sicurezza rappresenterà un fattore determinante nella scelta della destinazione. Ecco perché i turisti, tanto gli italiani quanto gli stranieri, devono sapere che il Veneto è aperto e sicuro.
Si dice che le prenotazioni, per le spiagge venete, stiano arrivando. Sarà però un altro anno senza turismo straniero. Cosa si potrebbe fare per riattivare quella clientela?
Confermo. Sono già tanti i turisti, e anche dall’estero, che chiamano per prenotare la loro vacanza sulla costa veneta. Il Veneto in questo senso è pronto anche per quanto riguarda la campagna di comunicazione e promozione delle destinazioni turistiche, che prevede spot sulle principali reti nazionali, così come sulla carta stampata e online. Stiamo però cercando di capire quale sia il momento migliore per lanciarla. Sarebbe inutile promuovere la nostra Regione nel momento in cui gli altri Paesi sono in pieno lockdown: un esempio su tutti, il mercato tedesco.
Le città d’arte, proprio per l’assenza degli stranieri, stanno continuando a soffrire. La Regione ha in programma qualche intervento mirato per sostenerle?
Tutte le destinazioni hanno sofferto moltissimo per questa epidemia. Certo per il comparto delle città d’arte il calo è stato maggiore. Per questo, ad esempio, ci siamo attivati per far sì che i ristoranti possano ospitare i clienti anche al chiuso e i clienti degli alberghi possano usufruire del ristorante della struttura in cui alloggiano. Inoltre, il piano di comunicazione regionale prevede anche azioni per la promozione delle città d’arte.
Crede nella validità delle località Covid-free? E nelle vaccinazioni a tappeto degli operatori di hotel, villaggi, resort e via dicendo?
Ci crediamo così tanto che siamo stati i primi a proporre la vaccinazione per tutti gli operatori turistici. Un tema di cui abbiamo parlato a più riprese con il ministro Garavaglia, ma che si scontra con le dosi di vaccino disponibili. Il Veneto ha una capacità di somministrazione elevatissima: se ci fornissero le dosi, penso che avremmo già completato buona parte della popolazione regionale. Per noi non esistono le località Covid-free, ma un’intera regione libera dal Covid. Abbiamo saputo dimostrare in questi mesi di essere tra i territori maggiormente in grado di gestire questo fenomeno. E questo grazie al lavoro quotidiano e instancabile del Governatore Zaia e di tutta la sanità del Veneto.
Come e quando potrà ripartire davvero l’industria del turismo? Si parla di puntare su nuovi modelli, tra sostenibilità, digitalizzazione, formazione. Crede che il nuovo corso di laurea in turismo di Ca’ Foscari e la Scuola di Ospitalità al Lido potranno supportare la ripresa?
Nei mesi estivi, in luglio e agosto dell’anno scorso, in Veneto abbiamo registrato più presenze degli anni precedenti. Poi per effetto della seconda ondata del Covid si è verificata una nuova battuta d’arresto. Come ho sempre detto, la formazione è alla base della crescita, delle persone e dunque dei professionisti di domani. Ben vengano dunque tutte quelle nuove occasioni formative che concorrono a questo obiettivo. Il Veneto, che ha fatto del turismo la sua prima industria, è sicuramente la regione giusta per ospitarle.
(Alberto Beggiolini)