“L’avevo detto all’inizio della stagione, ora sono felice che i risultati siano stati anche migliori delle attese”. Parola di Federico Caner, assessore regionale veneto al Turismo.

Quanto migliori, assessore?

Sulle coste venete, in montagna, ma anche al lago abbiamo raggiunto percentuali importanti, con tassi di occupazione che hanno sfiorato il 97% nel periodo di Ferragosto. I primi sette mesi del 2021, periodo che non tiene dunque conto del mese clou, agosto, e con un giugno ancora in parte interessato dalle limitazioni imposte dalla pandemia, si chiudono con 5 milioni di arrivi e oltre 21 milioni di presenze. Fino a luglio, nei 120 chilometri di costa veneta abbiamo raggiunto i 10 milioni di presenze. È il segno che i turisti, molti dei quali provenienti dalla Germania, ci hanno scelto sapendo che qui avrebbero trovato servizi in grado di assicurare qualità e sicurezza. In questo senso è stato fondamentale comunicare, anche attraverso il progetto Venice Sands, che il Veneto era ed è una regione aperta e sicura. 



Il green pass ha aiutato?

Il Veneto è ripartito prima di tutto dalla sua offerta turistica eterogenea, ma questo risultato è merito anche del grande lavoro di squadra che abbiamo fatto con tutti gli operatori del settore. Siamo riusciti a comunicare all’esterno che il Veneto era pronto ad accogliere i turisti offrendo loro un servizio all’insegna della sicurezza, anche grazie all’ampia copertura vaccinale e all’introduzione di strumenti come il green pass.



Come prevede la prossima stagione invernale in montagna?

Proprio grazie a vaccini e green pass adesso possiamo guardare con serenità anche alla stagione invernale che si aprirà alla fine di novembre. C’è grande aspettativa per l’inverno 2021, specie dopo l’anno terribile che è appena trascorso. Speriamo ci sia anche molta neve: ai nostri impiantisti e operatori della montagna, con i quali il dialogo è praticamente quotidiano, faccio un grosso in bocca al lupo e un augurio di buon lavoro. 

Si parla sempre dell’opportunità di destagionalizzare i soggiorni, allungando i periodi oltre luglio-agosto. Pensa sia una priorità?



Assolutamente. Chi sceglie il Veneto sa di poter trovare un’offerta per tutte le stagioni. Le città d’arte, sulle quali ci concentreremo anche per incentivare la ripresa, sono certamente la meta ideale, ma non dobbiamo dimenticare che, oltre alle spiagge, il nostro territorio vanta borghi e paesi storici che si affacciano direttamente sul mare, oltre a percorsi culturali, sportivi ed enogastronomici. Molti alberghi e più in generale le strutture ricettive offrono servizi pensati anche per la stagione invernale, per esempio con piscine coperte e riscaldate. 

Come giudica la ventilata possibilità del numero chiuso per i turisti a Venezia?

Non credo sia l’ipotesi migliore per Venezia. Penso che oggi come oggi la tecnologia possa offrire nuove soluzioni meno impattanti e più in linea con i tempi. La riflessione sulla gestione dei flussi per la città dunque resta aperta, ma non possiamo rispondere con soluzioni anacronistiche. 

Torna il pericolo dell’overtourism?

La stagione che si sta per concludere ha visto anche un ritorno dei turisti stranieri nelle città d’arte, anche se i numeri non sono lontanamente paragonabili a quelli che registravamo nell’era pre-covid 19. Con il ritorno del turismo dagli Usa questi numeri dovrebbero crescere e il desiderio di visitare l’Italia e il Veneto, secondo le proiezioni, resta elevato. La pandemia non ha fatto che congelare alcuni fenomeni, come appunto quello dell’overtourism, e per i quali vanno individuate delle soluzioni che siano però in linea con i tempi. 

(Alberto Beggiolini)

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