“Il turismo è una scienza, che muove imponenti flussi di merci e di persone. Non è solo un’infilata di attrattività, di destinazioni. E come accade per tutte le discipline scientifiche, anche il turismo ha necessità di dettagliate indagini e strategie: ognuna di quelle infinite attrattività del nostro Paese va dunque studiata e declinata nelle formule più adeguate”.
Ne è convinta Maria Carmela Colaiacovo, la nuova presidente di Associazione italiana Confindustria alberghi, eletta l’altro giorno all’unanimità dall’assemblea della rappresentanza, riunita a Roma.
Presidente, quale sarà quindi l’impegno della sua associazione?
Intanto sottolineare che rappresentiamo industrie italiane, con un’altissima percentuale di occupati strutturati. E lavorare per una complessiva visione strategica del Paese e dell’impresa. Vogliamo fortemente che il turismo sia riconosciuto quale grande forza trainante per l’economia italiana.
Si dice spesso che la filiera del turismo in Italia soffra di una eccessiva frammentazione, nelle sue organizzazioni e rappresentanze. Anche sotto l’ombrello della stessa Confindustria operano diverse sigle. Crede si potrebbe arrivare ad una più proficua compattezza?
Sono in Confindustria da circa vent’anni, e quando ho potuto ho lavorato proprio nella direzione che dice lei, come nel 2012 per la fusione di Confindustria Alberghi con Confindustria Catene alberghiere AICA, stesse peculiarità che però s’erano incasellate su sigle diverse. Ma è evidente che nel turismo la filiera è lunghissima e variegata, e quindi bisogna condividere tutti insieme la visione complessiva, con le competenze adatte per tutti i tavoli, ma poi le specificità impongono rappresentanze diverse. Le sigle che fanno capo a Confindustria siedono benissimo insieme in Federturismo, che appunto si occupa di strategie e battaglie comuni, ma poi devono pensare alle peculiarità settore per settore: non si può pensare che un impiantista di risalita sia competente nel tour operating.
Come giudica oggi la “ripartenza”? La preoccupa la gestione dei fondi del Recovery destinati al settore turismo? E pensa siano sufficienti?
Siamo ancora in una situazione drammatica, che impone impegni straordinari a noi come imprenditori e associazioni, ma anche al Governo per assicurare interventi adeguati alla drammaticità del momento. Quello che abbiamo visto ad oggi non è adeguato alle difficoltà di un settore in cui larga parte degli operatori ha registrato perdite anche superiori all’80%. È necessario un sistema di misure ad hoc.
Misure di che tipo?
L’estensione del bonus affitti, l’eliminazione della seconda rata Imu e l’estensione della decontribuzione, ma anche interventi che mettano in sicurezza il settore e ci permettano di continuare a crescere e competere sui mercati internazionali.
Adesso il ministro Massimo Garavaglia ha promesso il suo interessamento per il superbonus…
Un bonus all’80% è una buona cosa, anche se restano da definire i massimali e le tipologie degli interventi. Ma ancor più importante è la tempistica: già oggi è tardi. I proprietari di alberghi continuano ad avere grandi problemi: basta passeggiare per Roma, Milano o Firenze per vedere ancora tante strutture chiuse. Ma per riaprire dopo molti mesi e cancellare i segni del degrado subito con la chiusura bisogna provvedere a interventi onerosi, che vanno decisi e programmati per tempo. In questo senso, devo dare il merito dovuto alla Regione Umbria…
Un territorio che conosce bene (Colaiacovo è amministratore delegato del Park Hotel ai Cappuccini di Gubbio e vice presidente del Gruppo Financo). Cos’è successo?
Il varo del programma “Umbria aperta”: in un anno si è riusciti a mettere a bando cifre importanti per la riapertura degli alberghi, finanziando i lavori necessari. Certo, una Regione non ha gli stessi problemi e la stessa burocrazia di un governo… Devo ammettere però la grande competenza del ministro Garavaglia, e il suo impegno è certamente un segnale positivo.
In ogni caso, adesso tra vaccini e green pass si ricominciano a vedere anche i turisti stranieri. Un buon segno?
Io aspetterei a cantare vittoria: luglio e agosto non fanno testo. In realtà oggi i voli con l’Inghilterra sono bloccati (per l’Umbria, ad esempio, ce n’era uno al giorno), e anche per il restante turismo europeo di prossimità non tutto fila sempre liscio. È più prudente attendere i dati complessivi.
(Alberto Beggiolini)
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