Il presidente del Consell di Maiorca, Llorenc Galmés aveva già deciso, la scorsa primavera, un taglio di 18 mila posti letto turistici, decisione drastica ma indispensabile, aveva detto, per frenare gli arrivi eccessivi che “mettono a rischio la convivenza tra residenti e visitatori”, in larga parte tedeschi, che hanno da tempo eletto l’isola loro mèta preferita per le vacanze.



La riduzione causa un calo nell’offerta a 412mila posti letto dagli attuali 430mila, appena il 4,2%, ma soprattutto è un segnale verso la popolazione locale che reputa insostenibile il flusso di arrivi da tutta Europa (circa 18 milioni all’anno). Ma la mossa del Premier sembra non essere bastata, visto che in quest’inizio estate, con una Maiorca già intasata da orde di turisti, i residenti si sono organizzati in associazioni ad hoc, come “Sos residentes”, e stanno tappezzando muri e vetrine con adesivi che invocano il rifiuto dei turisti, iniziativa già testata a Malaga. Una rivolta diffusa, che a Barcellona sta viaggiando verso il divieto totale agli affitti brevi turistici e che praticamente in ogni destinazione più gettonata del mondo sta spingendo verso rimedi radicali (in Italia, ad esempio, il ticket d’ingresso a Venezia, adesso quello di 5 euro per chi vuole arrivare in auto in centro a Chioggia, il numero chiuso a Braies e via dicendo).



Proprio Venezia, nel nostro Paese, è il caso più emblematico: e per non lasciare il sospetto che siano solo sensazioni, adesso una ricerca dell’Università Ca’ Foscari e dell’Università di Udine, basata sull’analisi dei dati delle celle telefoniche, consente di quantificare il fenomeno del sovraffollamento. I dati si riferiscono ad un giorno medio dell’anno 2022, e risulta che il centro storico di Venezia è stato frequentato da circa 58 mila persone considerati residenti. A questi bisogna aggiungere circa 22 mila persone che si recano regolarmente nel centro storico di Venezia venendo da fuori (lavoro, studio, affari). Ma sempre in quel giorno medio si sono contati anche oltre 32 mila turisti, persone che trascorrono almeno una notte in loco. E infine, ecco i visitatori giornalieri, che non pernottano ma visitano la città: in media 61 mila ogni giorno. “Questo vuol dire – sostengono i ricercatori – che in un giorno medio il centro storico di Venezia è calpestato da oltre 175 mila persone, oltre il massimo numero di residenti nel 1951”. E questo in un giorno medio, perché se si analizzano i dati dei fine settimana, la soglia dei turisti lievita a dismisura.



Venezia, si diceva, è “il” caso italiano. Ma la verità è che l’overtourism è globalmente una questione chiave per la gestione sostenibile delle destinazioni. Affrontare il problema parte dalla misurazione di vari aspetti, che secondo Mabrian, la piattaforma spagnola che analizza le ultime tendenze del comparto turistico (il 70% di Mabrian Technologies è appena stato assoggettato a un accordo vincolante d’acquisizione da parte dell’italiana The Data Appeal Company, controllata di Almawave: il risultato è un colosso del data travel, basandosi su una mole di dati elaborati anche con l’aiuto dell’IA) e Phocuswright (società americana di ricerche sul travel), contribuiscono in maniera decisiva a gettare le basi di una strategia sostenibile di lunga durata, basata sulla data intelligence.

Affrontare l’overtourism è fondamentale, con il 61% dei viaggiatori che ha evitato le destinazioni proprio a causa di questo problema nell’ultimo anno. E per fare ciò, le destinazioni dovrebbero utilizzare un approccio olistico e basato sui dati per bilanciare le risorse locali, il benessere della comunità e la crescita del turismo. Questa è una delle conclusioni del white paper “A Roadmap to Move Destinations Away from Overtourism”, sviluppato da Mabrian in collaborazione con Phocuswright. Pubblicato in occasione dell’evento Phocuswright Europe a Barcellona (10-12 giugno), questo white paper mira a includere l’overtourism in discussioni più ampie sulla gestione sostenibile delle destinazioni. Evidenzia la necessità di un’analisi e di una pianificazione innovative utilizzando indicatori chiave di performance integrali e strumenti basati sui dati. Il report utilizza la data intelligence di Mabrian e gli studi di Phocuswright per esplorare come le varie dimensioni della sostenibilità si traducono in indicatori utili per la pianificazione della destinazione.

L’importante è trovare l’equilibrio: dalla misurazione all’elaborazione delle politiche, con la creazione di modelli di sostenibilità turistica, con l’obiettivo di affrontare l’overtourism, studiando ad esempio la distribuzione della spesa turistica: oltre a misurare la spesa per visitatore e categoria, è fondamentale capire come viene distribuita. Una destinazione meno colpita dall’overtourism tende ad avere una distribuzione più uniforme della spesa sul suo territorio, a vantaggio sia della sua economia che del benessere locale.

Ciò è stato esemplificato dal Cabildo e dall’Ente del Turismo di Lanzarote, che ha monitorato la distribuzione della spesa durante il festival Saborea Lanzarote 2023 e ha scoperto che i biglietti nei ristoranti e in altre esperienze gastronomiche sono aumentati di anno in anno, raggiungendo il 37% della spesa turistica media totale dell’isola.

In definitiva, si tratta di capitalizzare le preferenze dei viaggiatori, poiché una ricerca di Phocuswright indica che tra la metà e i due terzi dei viaggiatori vogliono che le loro spese sostengano le comunità che visitano.

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