Turisti ma anche viaggiatori, vacanzieri ma anche experience scout. Cambia l’identikit del cliente leisure di alberghi, che non vede più nella struttura scelta solo una fornitrice di servizi, ma anche una creatrice di set domestici, di ricordi ed emozioni. Sincronizzato alla fisionomia dei nuovi ospiti, procede – o dovrebbe procedere – l’upgrading dei gestori, chiamati a un aggiornamento di competenze e attitudini.
Il rapporto è stato indagato dall’Università Europea di Roma (corso di laurea in Turismo e valorizzazione del territorio e dal coordinamento del master in Management delle organizzazioni turistiche), che ha promosso l’evento “Le nuove competenze manageriali per la gestione degli hotel”, organizzato con Confindustria Alberghi in collaborazione con lo studio legale Gianni & Origoni e Turismo Italiae. Il focus è stato centrato sull’accoglienza e il suo ruolo sempre più importante, una sfida e un’opportunità per le aziende del settore, chiamate a riflettere sull’impatto che questi cambiamenti hanno sulla formazione. L’obiettivo è offrire un quadro di quali capacità e competenze sono oggi indispensabili per vivere al meglio l’esperienza di lavoro in uno dei settori più dinamici del sistema produttivo.
Dopo le introduzioni di P. Pedro Barrajon L.C., magnifico rettore UER; Matilde Bini, direttrice dipartimento di Scienze umane UER; Loredana Giani, coordinatrice del corso di laurea in Turismo, Barbara Casillo, direttore generale di Confindustria Alberghi, ha sottolineato l’importanza di mantenere vivo e sempre attuale il dialogo tra impresa e istituti di formazione per rispondere ai nuovi e sempre più specifici fabbisogni dell’industria alberghiera.
Lorenzo Bighin, direttore Operations & HR di TH Resorts, ha quindi aperto il dibattito, illustrando la trasformazione dell’organizzazione del lavoro negli alberghi. A seguire Iacopo Monaci, director HR the Rome Edition della catena Marriot, ha evidenziato le competenze ricercate dalle imprese dell’ospitalità. Stefania Sciarotta ed Emanuela Sulpizi, rispettivamente Talent acquisition manager e People & culture director di Hotel Eden – Dorchester Collection, sono intervenute sull’employee experience e la ricerca dei talenti, affrontando il tema della gender diversity all’interno dell’hotellerie, descrivendo il cambiamento nell’attività di recruitment e cosa accade nella successiva fase dell’onboarding. Arturo Maresca, emerito di Diritto del lavoro alla Sapienza, assieme a Matteo Fusillo, Livia Saporito e Simone Zaccaria dello studio Gianni&Origoni, hanno approfondito le tipologie dei contratti più utilizzati dalle imprese per l’inserimento dei giovani nel mondo del turismo in maniera solida e strutturata. Edoardo Colombo, presidente Turismo Italiae, ha focalizzato l’attenzione sul tema delle tecnologie, individuando quelle competenze specialistiche necessarie per il settore dell’ospitalità. Pier Paolo Barberis, founder “Gli stati generali del lavoro”, ha posto l’accento su dove oggi sia possibile trovare le nuove competenze, quali siano le opportunità di crescita nell’hotellerie, in uno tra i settori con il gap più elevato tra domanda e offerta di lavoro.
La parola è poi passata a Palmiro Noschese, Hotelier and Luxury Hospitality developer fractional executive, che ha posto una riflessione su come siano cambiati i “fattori attrattivi” per i giovani che entrano nel mondo del lavoro e i bisogni a cui le aziende devono dar risposta. Ha chiuso infine i lavori Giorgio Palmucci, vice presidente Confindustria Alberghi e già presidente Enit.
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