Dovrebbe essere una ripartenza graduata, con i primi blocchi riservati a ristoranti, bar, fiere, congressi, palestre, cinema e teatri. Date sicure non ce ne sono, ma sembra certo a inizio maggio, Covid permettendo, se non anche prima, sulla spinta esasperata delle categorie più penalizzate dalle chiusure.

Oggi la cabina di regia tra Premier e la sua maggioranza per stabilire una road map. Si fa conto sui vaccini, ovviamente, e sull’open air, tra plateatici allargati, padiglioni allestiti all’aperto, spettacoli sotto le stelle e via dicendo. Con un’estate modulata, sostanzialmente, sulle precauzioni attuate l’anno scorso, perché sia con una che con entrambe le dosi di siero ricevute sarà bene mantenere comunque mascherine, gel e distanziamenti. 



Il turismo made in Italy si sta dunque preparando, supportato, quest’anno, anche dal lavoro del nuovo ministero, che da ieri può contare anche su un neonominato Segretario generale: Lorenzo Quinzi, indicato dal ministro dell’Economia e delle Finanze Daniele Franco e dal ministro del Turismo Massimo Garavaglia, una carriera costruita tra incarichi dirigenziali nel ministero delle Infrastrutture e quello dell’Economia.



L’industria della ricettività e dell’accoglienza cerca di rimettersi in moto, magari senza le certezze delle prenotazioni (sempre più last minute, visto l’andamento sinusoidale della pandemia), ma con la convinzione che non appena possibile la voglia di vacanza, di ritorno alla vita, saprà vincere ogni psicosi. Lo certifica anche la recente indagine dell’Unione europea delle cooperative, che evidenza come in Italia, per il 33% delle imprese sondate, sarà proprio il turismo il primo settore a riprendersi nel 2021, seguito dalla ristorazione (28%), tutto questo a patto che la campagna di vaccinazione riesca davvero a prendere slancio. 



“Turismo, alimentare e ristorazione – sostiene l’Unione – sono tre settori trainanti dell’economia nazionale, soprattutto in vista del periodo apicale dei mesi estivi. Ma è salito a quasi 61 miliardi il buco delle spese turistiche in Italia nel 2020 e nei primi tre mesi del 2021, a causa della pandemia, secondo dati Isnart-Unioncamere. Il turismo – sottolinea ancora Uecoop – è un comparto strategico del Paese che si compone di 612mila imprese e rappresenta il 10,1% del sistema produttivo nazionale e il 12,6% dell’occupazione nazionale. Per questo la campagna vaccinale è strategica per ripristinare la libertà di viaggio, anche usando il pass sanitario Ue, in modo da rimettere in moto un’economia nazionale in cui una buona fetta è rappresentata proprio da turismo e agroalimentare”. Al terzo posto per velocità di ripresa all’interno del sistema economico nazionale ci sono – secondo la rilevazione – i servizi alle aziende (15%), dalle pulizie alla logistica, seguiti dal settore immobiliare (6%), mentre in fondo alla classifica delle aziende, con appena il 5%, figurano sport e benessere, cultura e spettacolo.

Se oltre la metà delle imprese interpellate – sottolinea Uecoop – si aspetta che per la ripartenza ci vorrà tutto il 2021, c’è però un 15% che prevede serviranno almeno due anni. Qualche piccolo segnale di speranza – conclude Uecoop – viene dall’ultimo report di Bankitalia che registra a febbraio una crescita dei prestiti al settore privato trainata dal balzo del +7,6% di quelli alle società non finanziarie.

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