Si cambiava millennio e gli albergatori italiani cambiavano Presidente. Era il Duemila, e iniziava l’era di Bernabò Bocca, torinese, classe ’63, leader dell’azienda di famiglia, S.I.N.A. Hotels SpA, Cavaliere del lavoro, una parentesi al Senato (nella diciassettesima legislatura, 2013, con l’allora Popolo della Libertà), dal 2019 consigliere del Maggio Musicale Fiorentino e della Fondazione Ente Cassa di Risparmio di Firenze, città sede centrale del suo impero, che oggi conta 11 alberghi e 500 dipendenti. Quell’era adesso continua: dopo cinque mandati consecutivi, Bocca l’altro giorno è stato riconfermato alla presidenza di Federalberghi (27 mila associati) con lunghi applausi e l’unanimità dell’assemblea (la 71esima), che continua a riconoscere nel suo piglio deciso la guida migliore, oggi ancora più adatta ad affrontare il periodo più difficile nella storia dell’hotellerie italiana.
“C’è voglia di ottimismo – ha detto Bocca – per un settore, quello del turismo, che ha subìto più di altri e in modo devastante le conseguenze della pandemia. Ma vi è anche la consapevolezza di una realtà che presenta circostanze ancora difficili. Nei primi quattro mesi di questo 2021, le presenze dei turisti negli esercizi ricettivi sono diminuite di oltre l’85% rispetto al corrispondente periodo del 2019, anno che teniamo come termine di paragone considerando il vuoto che abbiamo registrato nel 2020. Tutto ciò ha provocato un calo del 75,1% per gli italiani e del 95,9 % per gli stranieri. Il 2020 si è chiuso con una perdita di 233 milioni di presenze con un conseguente calo medio del 53,4% rispetto al 2019, con punte che in alcune località hanno superato l’80%. Ma la lacerazione più grande forse la stiamo vivendo proprio nelle città d’arte, rimaste praticamente deserte essendo venuto meno il turismo straniero, sceso mediamente del 70,2% delle presenze”.
“Bisogna anche ricordare – ha proseguito Bocca – che, in tempi normali, il settore del turismo dà lavoro a 1,3 milioni di persone. Nel 2020 invece sono venute meno 200mila posizioni di lavoro stagionale e 150mila a tempo determinato. Io sono convinto che tutto questo finirà e che si tornerà a velocità siderale a una riconquista piena dei nostri standard. Siamo comunque una risorsa importante per il mondo del lavoro. Dobbiamo essere aiutati affinché, a nostra volta, possiamo aiutare i lavoratori che prestano servizio nelle nostre strutture e in tutta la filiera turistica”.
La ricetta Bocca si può riassumere in credito, incentivi, promozione. “I ristori non sono stati risolutivi, malgrado siamo perfettamente consapevoli di quanto sia stato oneroso per lo Stato erogare questi fondi. Noi abbiamo bisogno di comprare il tempo, di accedere cioè a prestiti di lunghi periodi con garanzia pubblica, così da poter ricostituire la nervatura delle nostre imprese anche nel protrarsi dell’emergenza. Confidiamo – ha aggiunto il presidente di Federalberghi – che nel Decreto sostegno bis in corso di approvazione si concretizzino alcune soluzioni perché si possano fronteggiare le urgenze: penso agli incentivi per la riqualificazione delle strutture, alla riduzione dei costi fissi, in specie quelli che gravano sulla componente immobiliare, e ancora, al credito a lungo termine per le imprese”. “Questo è anche il momento di promuovere il nostro Paese come merita. Abbiamo bisogno di campagne di promozione all’estero che siano efficaci, accattivanti, autorevoli e che sappiano anche ricollocarci al top tra le destinazioni preferite dal turismo straniero. Ci auguriamo il superamento delle misure restrittive come il coprifuoco e la riapertura delle frontiere, per consentire a tutti di poter circolare liberamente e godersi l’eterna bellezza del nostro Paese”.
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