Un’estate con i turisti americani in Italia vale 1,8 miliardi, tra spese nell’alloggio, nell’alimentazione, nei trasporti, divertimenti, shopping e souvenir. Per fare un esempio “regionale”, secondo l’Osservatorio Turistico gli americani in transito in Veneto hanno una capacità di spesa al giorno di 200 euro e permangono sul territorio fino a 4 notti. Anche la presidente della commissione Ue Ursula von der Leyen ha sottolineato l’importanza della possibilità di circolazione dei turisti americani in Europa, grazie alla loro “copertura” ottenuta con le vaccinazioni tramite sieri approvati dall’Agenzia europea per i medicinali (Ema). Nel 2019 erano stati 1,4 milioni i cittadini statunitensi in viaggio in Italia in luglio, agosto e settembre.
“L’arrivo dei turisti statunitensi – precisa Coldiretti – è particolarmente importante visto il loro budget elevato, con una spesa estiva pari a quasi 1/3 del totale della spesa totale dei cittadini extracomunitari nel nostro Paese tra luglio e settembre. Le mete privilegiate sono le città d’arte, che risentiranno più notevolmente della loro mancanza. Ma i turisti a stelle&strisce sembrano essere molto sensibili anche alla qualità dell’alimentazione, che assorbe una quota elevata della loro spesa durante la vacanza”.
“Stiamo accelerando il più possibile per recuperare il turismo straniero – ha detto recentemente il ministro al Turismo Massimo Garavaglia -. E in questo senso è importante il lavoro che sta compiendo Ferrovie dello Stato con i treni Covid free: tra non molto saranno 90 le destinazioni coperte da questi treni e penso che daranno un messaggio chiaro all’estero: viaggiare in Italia è ancora più sicuro”. Non solo treni: le sperimentazioni “aeree” sono infatti già iniziate con i voli Covid tested verso gli Usa. Forse per ora non aiuteranno più di tanto il turismo, ma è già un primo passo. “Quello successivo – ha aggiunto il ministro – è che le stesse regole possano valere anche per altre realtà”.
Il riferimento, ovviamente, sembra essere all’attivazione di quei corridoi che agenzie e tour operator chiedono da tempo, ma che in teoria dovrebbero essere superati dal green pass europeo, che dovrebbe entrare in vigore da giugno (ma si parla di una piena operatività solo in luglio), una certificazione vaccinale (malattia superata o vaccinazione effettuata o recente tampone negativo) alla quale è affidato il salvataggio almeno parziale di quei 23 milioni di turisti stranieri che l’anno scorso sono scomparsi, per le incertezze sulla sicurezza sanitaria del viaggio e delle destinazioni e per le limitazioni a viaggi stessi.
In attesa del pass Ue e delle simili certificazioni “nostrane”, “è importante – sostiene ancora Coldiretti – che con l’avanzare della campagna di vaccinazione e l’apertura delle frontiere si proceda anche alla ripartenza delle attività di ristorazione a pranzo e cena, nel rispetto di tutte le norme di sicurezza. Il cibo infatti è diventato la voce principale del budget delle famiglie in vacanza in Italia, con circa un terzo della spesa di italiani e stranieri destinato alla tavola per consumare pasti in ristoranti, pizzerie, trattorie o agriturismi, ma anche per cibo di strada o specialità enogastronomiche”.
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