Oltre il 13% di Pil generato. Un traino poderoso per la ripresa del post pandemia. Un volano per la lunga filiera produttiva specifica (e per quella di commercio e servizi) senza paragoni, che lo pone al primo posto tra gli asset che fanno del nostro Paese il competitore d’eccellenza in Europa e nel mondo. È il turismo, settore che da sempre è dato per scontato, in grado di superare qualsiasi ostacolo e risollevarsi con le proprie forze. Ma anche il settore che ha pagato di più durante i lockdown della pandemia e che sta pagando di più adesso, per un conto-energia folle, che minaccia la sopravvivenza di buona parte delle imprese. Imprese che si sentono ancora una volta lasciate in balìa degli eventi, e che stanno chiedendo a gran voce (anche in vista del governo prossimo venturo) una considerazione finora inevasa.
“La realtà è che in Italia la politica non capisce il turismo, non lo capisce dal punto di vista imprenditoriale”, sostiene Graziano Debellini, presidente di TH Group, uno dei leader nazionali del settore leisure.
Cos’è che Roma non capisce, esattamente, presidente?
Settemila chilometri di coste e mille di Alpi e Dolomiti sono uno dei fattori economici più importanti di questo Paese. Noi continuiamo ad avere una visione provinciale, superficiale sul turismo. Il turismo non vuol dire vacanza, o almeno non solo: il turismo sono migliaia di alberghi e villaggi che danno occupazione.
Pensa che i governi non prestino sufficiente attenzione a questo tessuto imprenditoriale?
Oggi sento parlare del recupero dei borghi. Con tutto il rispetto dei borghi, metterli al primo posto dei programmi vuol dire non avere una visione di quello è il turismo in Italia, della sua forza occupazionale. Una visione che dovrebbe essere industriale, e non da avventure amorose. Ridurlo esclusivamente ai borghi vuol dire che non si ha alcuna percezione della portata economica del nostro settore.
Cosa che invece accade altrove?
È per questa disattenzione che stiamo perdendo la battaglia con la Spagna, ma anche con la Grecia. Non c’è da parte della politica nessuna comprensione reale di questo comparto, e questo mi sconcerta.
Solo colpa della politica?
Un po’ di colpa è anche nostra. Gli operatori del turismo restano ancora troppo frammentati, e subiamo sempre le ultime posizioni nei programmi del governo. Tutto il turismo invece deve lottare insieme e deve porre i problemi del settore con chiarezza al governo. Solo così potremo vincere la sconcertante mancanza di visione, che ci porta poi a non riuscire ad ottenere interventi mirati: si continua con mini-ristori e sostegni a pioggia. Ma non si affronta il tema vero, cioè prendere consapevolezza di quale ricchezza potrebbe essere il turismo per questo Paese.
(Alberto Beggiolini)
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