Turismo dell’orrore, o ‘dark tourism’ per dirlo all’inglese , è un fenomeno sempre più crescente nella società odierna, al punto che alcuni esperti sociologi lo stanno studiando da anni per identificarne le ragioni che stanno alla base. Perchè sempre più persone sono attratte da questa sorta di pellegrinaggio macabro? Sono molti i casi di omicidi, stragi e catastrofi che sono stati portati alla ribalta dai media, tenendo incollato il mondo a telegiornali e programmi d’approfondimento per scoprirne dettagli ed evoluzioni processuali.
Tra i più noti e più seguiti pensiamo all’assassinio di Cogne, di Brembate, di Garlasco, l’attentato alle Torri Gemelle, la foresta dei suicidi del Giappone, solo per citarne alcuni. E c’è già chi afferma, quando terminerà la guerra in Ucraina, di voler visitare l’acciaieria Azovstal, diventata celebre per essere diventata il luogo in cui i soldati ucraini hanno resistito per mesi alle forze russe. Tutti questi luoghi sono stati scelti da anni come meta in cui trascorrere le proprie vacanze, tanto che sono sorti appositi operatori turistici specializzati in tutto il mondo.
Turismo dell’orrore a caccia di selfie: tra studi ed indignazione
Poco tempo fa è stato condotto uno studio americano che rivela il crescente interesse verso il turismo dell’orrore, che pare essersi intensificato soprattutto dopo il Covid. Su circa 900 persone intervistate dall’équipe di Passport-Photo.online l’82% ha dichiarato di essersi recato almeno una volta in una delle destinazioni ‘macabre’. E circa il 30% ha espresso l’intenzione di voler visitare in futuro anche alcuni luoghi segnati dalla guerra ucraina. Questa passione per l’horror, secondo l’analisi di sociologi e psicologi, si fonderebbe per alcuni su semplice curiosità, per altri invece questo modo d’agire si baserebbe su una scelta che aiuterebbe nell’inconscio ad elaborare la morte e la violenza oppure, come ha dichiarato l’esperto Jeffrey S. Padashen, quel tipo di viaggi sarebbe volto a “prepararsi al peggio”. In ogni caso, a prescindere dalle motivazioni sottese, desta indignazione il fatto che alcune persone provino interesse nel visitare luoghi dell’orrore per portarsi a casa selfie o souvenir.