La Commissione europea prova a salvare il turismo nella stagione cruciale, quella estiva in arrivo, che potrebbe essere messa seriamente a rischio a causa della pandemia. E così la squadra guidata da Ursula von der Leyen si è messa al lavoro realizzando una serie di linee guida atte a salvare il salvabile al fine di portare i governi a coordinarsi limitando rischi per salute ed economia. In particolare ad essere coordinate saranno le aperture delle frontiere: dovranno essere eliminate le quarantene – oggi obbligatorie – in gran parte dei paesi per chi arriva da un altro paese Ue, ma ciò dovrà accadere in maniera graduale e ben studiata studiando le aree epidemiologiche con rischi simili e tenendo conto anche della capienza dei sistemi sanitari affinché siano in grado di affrontare un eventuale aumento di casi imputabile all’arrivo di turisti. Per questo la mappa dei contagi dovrà essere aggiornata costantemente poichè da ciò deriverà l’apertura al flusso di viaggiatori evitando discriminazioni tra stati membri soprattutto a scapito dell’Italia, tra i paesi che ha sofferto maggiormente le conseguenze della pandemia. Al momento, spiega Repubblica.it, non è prevista invece l’adozione di passaporti sanitari chiesti invece da diversi governi – tra cui il nostro – sempre per evitare accordi tra alcuni stati che potrebbero andare a tagliare fuori altri. Secondo la Commissione Ue, non ci sarebbero basi scientifiche per definire una persona immune. (Aggiornamento di Emanuela Longo)



ITALIA KO: “VIAGGI TRA PAESI A CONTAGI SIMILI”

«La Commissione europea propone un approccio graduale e coordinato per l’allentamento delle restrizioni ai viaggi tra aree e paesi membri con situazioni epidemiologiche sufficientemente simili», spiega la Presidente della Commissione Ue Ursula Von der Leyen presentando le linee guida Ue per il turismo e i viaggi nella “fase 2” dell’emergenza coronavirus, in vista soprattutto dell’estate ormai alle porte. Ok ad accordi bilaterali tra Paesi ma con la regola che vi siano spostamenti anche turistici tra luoghi dove vi sono simili situazioni epidemiologiche: le scelte sulla quarantena restano in capo agli Stati membri, esattamente come quelle sull’eliminazione dei controlli di frontiera, dunque la Comunicazione della Commissione è una raccomandazione e non prevede l’apertura di procedure di infrazione.



Al netto di ciò, l’Italia e la Spagna rischiano un vero e proprio isolamento internazionale dopo queste “linee guida”: «In alcuni Paesi, come l’Italia e la Spagna, sono ancora in vigore limitazioni agli spostamenti interni. Per questo motivo la chiusura dei confini per i viaggiatori potrà durare un po’ di più», ha spiegato ad esempio l’Austria con il messaggio del Premier Kurz tutt’altro che positivo nei confronti del nostro Paese. «Francia, Austria e Svizzera ritengono che sia ancora troppo presto per aprire le frontiere con Italia e Spagna, perché sono paesi molto colpiti dal Coronavirus», ha invece spiegato il ministro dell’Interno di Germania Horst Seehofer. Situazione tutt’altro che rosea dunque per l’estate che si avvicina e non solo per le questioni economiche interne ai singoli Paesi più colpiti come l’Italia. (agg. di Niccolò Magnani)



VIAGGI IN UE CONSENTITI COME..

Si terrà a mezzogiorno, dunque tra pochissimi minuti, l’incontro fra i membri della Commissione europea per la definizione delle linee guida volte a garantire la ripresa del turismo e dei viaggi nonostante il Coronavirus. Sarà fatta chiarezza sulle modalità con le quali, nei prossimi mesi, le persone potranno soggiornare in hotel, mangiare nei ristoranti o andare in spiaggia in totale sicurezza. Stando alle anticipazioni fornite dall’agenzia Reuters nelle scorse ore, l’esecutivo dell’Unione Europea vuole anche che i Governi degli Stati appartenenti all’UE siano coraggiosi e si rendano protagonisti di decisioni autonome, volte a consentire alle persone di recarsi in visita alla famiglia e ai propri cari che vivono in Paesi lontani e che, dunque, necessitano di viaggiare. La Commissione proporrà inoltre di prorogare di 30 giorni, fino al 15 giugno, le sue restrizioni sui viaggi non essenziali verso la zona Schengen, che ingloba 26 differenti nazioni.

TURISMO E CORONAVIRUS: VIAGGI DI NUOVO CONSENTITI?

Il turismo è indubbiamente uno dei settori più flagellati a livello internazionale dalla pandemia di Coronavirus, complice l’impossibilità di valicare i confini regionali o anche solo comunali. La Commissione europea competente in materia ha stimato che all’incirca 6,4 milioni di posti di lavoro potrebbero andare persi in questo ambito, che prima della crisi dava reddito a 12 milioni di persone. Le perdite di fatturato nel primo trimestre del 2020 sono state pesantissime: si parla di un -80/90% e l’Unione Europea prevede una stagione estiva disastrosa. Per provare a rimediare, soltanto in parte, a questa gravissima situazione, l’esecutivo UE dovrebbe dare il via libera quest’oggi, mercoledì 13 maggio 2020, all’abolizione graduale delle restrizioni alle frontiere e stoppare finalmente l’interruzione dei viaggi, agevolando così una lenta ripresa del settore, dal momento che quasi tutti i trasferimenti sono stati bloccati negli Stati europei. Anche all’interno dell’area Schengen, che comprende 26 Paesi dell’UE e altre nazioni del Vecchio Continente, almeno 17 paesi hanno messo in atto controlli di emergenza alle frontiere per contenere la diffusione del Covid-19.

TURISMO CON IL CORONAVIRUS: DAL 15 MAGGIO TRE STATI RIAPRONO LE FRONTIERE

In attesa del responso dell’UE, i tre Stati baltici (Estonia, Lettonia e Lituania) hanno deciso di riaprire le frontiere ai cittadini provenienti dagli altri Paesi a partire dal 15 maggio. La Commissione europea esecutiva farà una serie di raccomandazioni non vincolanti, tra cui quella che restrizioni mirate sostituiscano il divieto generale di viaggio e che i controlli alle frontiere interne vengano lentamente eliminati con il miglioramento della situazione epidemiologica. La Commissione sfiderà anche le richieste delle compagnie aeree e di un gruppo di Stati membri dell’UE, guidato dalla Germania, affinché l’Unione Europea stessa possa sospendere le leggi che garantiscono ai viaggiatori un rimborso completo in contanti per i voli e i viaggi cancellati, raccomandando altresì alle compagnie aeree e alle compagnie di viaggio con restrizioni di cassa di rendere più allettanti i voucher che offrono in luogo del denaro contante, al fine di convincere i clienti ad accettarli e ridurre così l’esborso economico immediato.