Gli imprenditori dell’industria turistica da qualche tempo sono additati quali principali responsabili (attrattori e beneficiari) del fenomeno diventato lo sfogatoio nazionale: l’overtourism. Mai qualcuno disposto a dire la verità oggettiva: i turisti non sono “altri”, siamo noi. E se tutti noi vogliamo essere negli stessi posti negli stessi giorni, se siamo stati così superficiali da promuovere sempre quegli stessi posti anche ai turisti stranieri, adesso non siamo in diritto di recriminare. Anche perché denigrando un motore dell’economia italiana, quello che da solo produce più ricchezza della manifattura, ci si fa solo del male, a conferma che spesso, abituati alle fake news e alla consuetudine degli attacchi gratuiti sui social, si finisce con assurdi harakiri.



La potenza del turismo in Italia, Paese che si conferma – per fortuna – una potente calamìta all’estero – è stata certificata l’altro giorno anche dall’ultimo report di Bankitalia: i turisti stranieri che ci hanno scelto hanno fatto registrare numeri record nei primi cinque mesi del 2024, ben superiori a quelli del biennio precedente. “Per noi i turisti son sempre accettati, aspettati e accolti a braccia aperte – sostiene Luca Zaia, governatore del Veneto, la regione, dati alla mano, più turistica d’Italia, come riportato da Il Gazzettino -. Per noi il turista non è un problema, ma una grande risorsa. Il mio pensiero, semmai, è per tutti coloro che rimangono a casa: penso agli anziani, alle persone sole che comunque passeranno questo Ferragosto ancora tra le mura di casa, che non potranno permettersi di andare in vacanza o che magari non hanno nessuno che gli dirà buon Ferragosto”. “Il Veneto – aggiunge Zaia – deve ringraziare perché siamo ancora la prima regione turistica d’Italia e avere oltre settanta milioni di presenze turistiche e 10 miliardi di fatturato sono già un grande valore. Però far finta che l’overtourism non sia mai esistito è un’altra roba. Non mi ricordo la montagna sul Passo Giau deserta a Ferragosto, né la strada Treviso Mare che porta a Jesolo deserta in questo periodo. Mi sembra che sia una novità? Come lo scontrino col prezzo del caffè eccessivo in piazza San Marco che arriva puntuale sui giornali e mi chiedo perché quest’anno non è ancora uscita questa storia. In generale il turista – conclude Zaia – non deve essere percepito come un problema. Al turista però dobbiamo chiedere di essere assolutamente al fianco delle comunità che lo ospitano e e soprattutto il rispetto dell’ambiente. Venezia è una perla, un diamante, un museo a cielo aperto che ha una visibilità internazionale e a tutti dobbiamo chiedere il rigore e il rispetto della città”.



“Overtourism? Io vorrei esprimere un forte disappunto per la comunicazione che in generale si fa sul turismo oggi in Italia: solo critiche su ciò che non va, come se nel resto dell’Europa e del mondo non ci fossero problemi. Nel mentre subiamo questi attacchi preconcettuali e ingiusti verso centinaia di migliaia di lavoratori (con tantissimi giovani) che stanno servendo milioni di turisti italiani e non, ospitiamo quasi 40 milioni di turisti, anche se questo sembra non fare notizia. Quando impareremo a raccontare la storia vera del turismo in Italia, fatta di passione, sacrificio e ospitalità, e non fermarci solo alle lamentele?”. Questa l’opinione di un manager che ha fatto dell’ospitalità la sua vita: Graziano Debellini, fondatore e presidente di TH Group, uno dei leader italiani nella ricettività leisure. È lo sfogo di un operatore che ogni giorno verifica il sentiment verso il suo settore, il turismo, accorgendosi – ancora una volta – di quella propensione ad autodenigrarsi (come dicevamo prima) di tanti connazionali, resi sempre più “loquaci” e sconsiderati grazie ai social media



Va però anche detto che la categoria degli operatori della travel & hospitality industry nazionale non ha mai saputo fare davvero squadra, restando troppo frastagliata in una pletora di associazioni, sigle sindacali o di rappresentanza che forse hanno difeso i rispettivi orti, ma non hanno mai saputo raggiungere l’omogeneità necessaria per fare davvero massa critica, con una capacità contrattuale in grado di dettare l’agenda ai governi. Un’agenda quanto mai indispensabile, per arrivare a un piano industriale condiviso e capace di indirizzare al meglio il tracciato del turismo verso nuovi orizzonti di qualità, competitività, digitalizzazione. E con la guida necessaria per una programmazione di flussi, promozioni delle destinazioni ed eventi di richiamo, tutti elementi che potrebbero modificare anche le concentrazioni di overtourism oggi tanto deprecate.

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