“Sa cosa mi fa arrabbiare da quasi due anni? Che in tutti i ristori previsti dal governo, in tutte le attenzioni, in tutti gli sgravi, non si sia mai pensato che in Italia lavorano circa 16mila aziende di gestione alberghiera”. Ad essere “arrabbiato” è Franco Falcone, presidente di Buone Vacanze Hotels, un’azienda nata nove anni fa grazie a quattro professionisti del settore alberghiero, con l’obiettivo preciso di “valorizzare le bellezze paesaggistiche, storiche, umane e gastronomiche della Calabria”.



A cosa si riferisce esattamente, presidente?

Allora, il gestore alberghiero stipula contratti con le proprietà, solitamente per periodi medio-lunghi, sulla base di precedenti fatturati e di previsioni di operatività di alcuni mesi all’anno. Succede che, con la pandemia, le agevolazioni stabilite dallo Stato, in primis il “salto” dell’Imu – si parla di cifre consistenti -, abbiano ovviamente favorito i titolari delle strutture. Ma le società di gestione sono state tenute a versare sempre i medesimi canoni d’affitto, sulla base di quei calcoli sui quali l’esborso dell’Imu incideva non poco sulle cifre stabilite dai proprietari.



Non si è riusciti ad arrivare a nessun compromesso, a nessun ribasso?

Solo raramente, l’anno scorso, vista l’enormità delle restrizioni. Ma quest’anno, quando pure la stagione è iniziata con estremo ritardo, quando luglio ha visto un’operatività scesa al 60%, non se n’è voluto neanche parlare. Eppure, un conto è prevedere l’attività spalmata su 7 mesi, un conto è scendere a due mesi e mezzo. Se ne lavano tutti le mani, a partire dai politici, che immagino non siano nemmeno a conoscenza del problema. Ma anche le associazioni di categoria che dovrebbero rappresentarci non hanno portato a sostanziali modifiche. E quindi le società di gestione continuano a trattare, e ad arrabbiarsi, già sapendo che il più delle volte si dovrà finire in tribunale, con lunghi iter ed esiti incerti.



Buone Vacanze Hotels gestisce cinque strutture a 4 stelle: l’Airone Resort a Corigliano Calabro (Cosenza), il Borgo del Principe e il Kalafiorita Resort a Zambrone (Vibo Valentia), il President a Rende (Cosenza), e l’Oly Hotel a Roma. Ma c’è anche una struttura invernale, a San Martino di Castrozza. Le percentuali di occupazione-stanze come stanno andando?

Nei resort di mare bene, agosto direi benissimo. Anche il President va bene. Situazione contraria a Roma, dove in agosto la nostra struttura è rimasta chiusa: riapriremo solo la prossima settimana. E con estreme incertezze. Vedremo.

Può azzardare qualche previsione?

Noi teniamo duro, anzi stiamo progettando qualche potenziamento d’offerta, magari con new entry in Umbria e in Puglia. Il mercato dell’hotellerie è oggi instabile e in continuo divenire. In questi tempi, tanti imprenditori non ce la fanno più e sono costretti a cedere l’attività, che rischia così di diventare obiettivo per ‘ndrangheta, speculatori, fondi stranieri.

A proposito di stranieri, nei vostri resort se ne vedono?

Se ne vedevano, e tanti. Oggi sono ancora merce rara, ma confido in una rapida ripresa. Vede, le nostre strutture che possono godere della vicinanza a un aeroporto, come le due in provincia di Vibo Valentia, sono mète facili per i turisti stranieri, che con i green pass hanno le porte aperte. Quest’anno a Zambrone chiuderemo, salvo imprevisti, a metà ottobre, e fino ad allora, e anche oltre, lì il clima e il mare consentono scampoli di un’estate lunga e poco affollata.

(Alberto Beggiolini)