“Tutti parlano della grande ripresa del turismo, e tutti pensano che i problemi del settore siano ormai da archiviare. Ma non è così, almeno per certi segmenti della filiera. Anzi: ci saranno molte imprese che alla fine della stagione estiva saranno costrette ad alzare bandiera bianca”. Lo sostiene Franco Falcone, presidente di Buone Vacanze Hotels (azienda che nel 2022 compie dieci anni d’attività) e membro della giunta di presidenza della nuovissima filiera turismo di Confapi, nata “proprio per supportare e amplificare le istanze delle pmi del comparto, quasi sempre ignorate dalle grandi rappresentanze”, precisa Falcone.
A quali segmenti in difficoltà si riferisce, presidente?
Parlo soprattutto delle strutture stagionali, quelle che in estate lavorano grossomodo da maggio a settembre. Queste imprese (che rappresentano il 50% del totale) si sono trovate ad affrontare in pieno tutta la congiuntura post-pandemica. Mi spiego meglio: chi ha aperto in giugno si è trovato un conto energetico schizzato a +300%, a tratti anche a +600% rispetto all’anno scorso. Per non dire dell’anticipo dell’Iva, triplicato, un esborso che sta causando grossi problemi di flussi di cassa, e continuo con i costi delle forniture, tutti lievitati dall’oggi al domani. In realtà, per noi la situazione odierna è peggiore di quella subìta due anni fa: allora il lockdown ci imponeva la chiusura, con spese relative. Adesso invece si lavora, ma solo per limitare le perdite.
Però sta arrivando un nuovo Decreto Aiuti…
Aiuto! semmai. Il credito d’imposta energia e gas, con la legge di conversione del Decreto Aiuti, è vero che incrementa il valore del bonus spettante alle imprese, ma, per contro, introduce nuovi limiti che rischiano di ridurre se non azzerare il beneficio. L’agevolazione entra nel perimetro della normativa sugli aiuti di Stato in regime de minimis, con un tetto di 200.000 euro nel triennio. È evidente che il limite rischia di portare ad annullare il credito d’imposta spettante per i consumi di energia elettrica e gas.
C’è anche da fare i conti con la carenza di personale?
Ovvio. E per trattenere gli indecisi e quelli che vorrebbero cercare più soddisfazioni altrove, abbiamo dovuto rialzare le buste paga, di fatto anticipando le misure congiunturali che tutti rivendicheranno a breve, magari dopo le vacanze. Noi, non potendo permetterci mediazioni, trattative, tempi lunghi, abbiamo rivisto i salari: l’alternativa era quella di trovarci nelle condizioni di non poter garantire la normale erogazione dei servizi.
Tanti costi in più, insomma. BuoneVacanze gestisce sette strutture a 4 stelle, compresa la new entry, il Grand Hotel ad Assisi, dallo scorso marzo. Avete dovuto rivedere le tariffe?
Il pricing strategico è un’arma disponibile per gli alberghi di città, che riescono a modulare le proprie tariffe secondo periodi, perfino giornate della settimana, tenendo conto del flusso delle prenotazioni, degli eventi eccetera. Ma per noi, che gestiamo resort, villaggi e strutture di vacanze, i listini sono elaborati alla fine dell’estate dell’anno precedente. Impossibile modificarli in corso d’opera, anche se i costi di gestione sono triplicati. Con l’aggravante che oggi l’abitudine imperante dei vacanzieri è quella della prenotazione sottodata, per cui non abbiamo nemmeno il vantaggio di periodi fissati e prepagati con largo anticipo…
Anche le famiglie si trovano ad affrontare inflazione e caro bollette…
Certo, è vero. È per questo che l’intero sistema andrebbe azzerato: per salvare davvero le nostre imprese in difficoltà va fatto altro debito, quello “buono”, che aiuta a sopravvivere. Per questo continuo a ripetere che va rivisto il credito d’imposta sull’energia, portandolo a 50-60% a contatore per struttura ricettiva. Per le famiglie, poi, si arriverà senz’altro a dover provvedere a misure anticrisi: noi, come dicevo, abbiamo anticipato tutti, aiutando i nostri dipendenti. Ma è evidente che da qui in avanti le difficoltà andranno a crescere, il carovita eroderà quasi tutto il salario. I listini 2023 delle strutture leisure dovranno ovviamente tenere conto dei costi maggiorati, e l’implicazione più diretta è l’incertezza sui flussi: si potranno registrare gli stessi flussi di vacanzieri di quest’anno? Francamente, non credo. Se non si interviene subito, si rischia che la vacanza, il turismo diventino un lusso per pochi, e non una necessità sociale, come da più parti si continua invece a sostenere.
(Alberto Beggiolini)
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