La percentuale di turisti non registrati, veri e propri “fantasmi” nelle statistiche ufficiali, potrebbe essere superiore al 30%. Secondo l’economista Antonio Preiti, interpellato da La Nazione, quasi 1 turista su 3 sfugge alle registrazioni ufficiali. Il sovraffollamento di persone in visita nelle grandi città quali Roma, Venezia e Firenze “è così straripante perché non abbiamo una statistica che ci dica quanti siano i turisti che non sono registrati ufficialmente. Parliamo per esempi, magari pensiamo che i turisti siano cento invece sono centocinquanta” spiega l’esperto.



Per Antonio Preiti, economista e docente all’Università di Firenze, il numero di turisti fantasma è così elevato “perché molte persone che offrono affitti brevi non registrano. Di conseguenza c’è una grande quantità di turismo sottotraccia, di persone non registrate. Non dichiarate”. E spiega: “il fenomeno è cresciuto in maniera impressionante. Mentre gli alberghi sappiamo quali sono e dove sono, gli affitti brevi no”. La soluzione proposta dell’economista è “obbligare le registrazioni negli affitti brevi” in quanto “sono lì i turisti che adesso sfuggono al conteggio”. L’esperto sottolinea come “con Sociometrica abbiamo fatto uno studio a Roma nel 2019 da cui risulta che il turismo non ufficiale pesa intorno al 31%. Non abbiamo fatto uno studio specifico su Firenze. Ma sappiamo che i flussi che riguardano Firenze, Roma e Venezia sono abbastanza sovrapponibili”, svelando quindi la portata del turismo fantasma in Italia.



Turismo fantasma, l’appello “limitare affitti brevi e aumentare numero di notti”

Turismo fantasma, si stima che il 31% delle persone in visita nel nostro Paese non sia registrato e pertanto sfugga al conteggio ufficiale. “Nel 2022 il turismo è tornato ai livelli del 2019. Solo che ci sono molte più piattaforme che si occupano di affitti brevi – illustra Antonio Preiti al quotidiano La Nazione – Poi ci sono i metasearch (o metamotori), piattaforme online che raccolgono prezzi e disponibilità degli alloggi messi in vendita dalle strutture ricettive e li confrontano tra di loro, offrendo al viaggiatore la possibilità di comparare le offerte e prenotare da diversi canali“.



L’economista spiega che “il fenomeno degli affitti brevi sfugge anche all’organizzazione servizi. Dai trasporti alla raccolta dei rifiuti, banalmente“. Sebbene “ogni città importante del mondo ha adottato misure” per far fronte al turismo fantasma, Preiti propone alcune soluzioni comelimitare il numero dei giorni in cui permettere gli affitti brevi, allungare il numero delle notti non limitandosi a una o due”. Solo sapendo “quanti sono i turisti ed evidenziato luoghi e momenti critici si possono prendere le misure formulando una politica di governo che trovi le soluzioni adeguate“.