Ultimi controesodi ormai archiviati, è già tempo dei primi bilanci dell’estate che sta finendo. Un’estate che ha visto gli italiani spendere oltre 28 miliardi di euro per viaggi, pernottamenti, pasti e souvenirs. Lo ha calcolato Coldiretti/Ixè: secondo la loro analisi le ferie sono costate il 12% in più rispetto al 2023, nonostante i turisti abbiano cercato di risparmiare dove possibile, ma senza rinunciare alla villeggiatura. Si contano in 38 milioni gli italiani che hanno trascorso almeno un giorno di vacanza nell’estate in Italia o all’estero, mezzo milione in più rispetto al 2023. La vacanza più gettonata è stata quella dei tradizionali sette giorni, scelta dal 28% di coloro che sono andati in ferie, mentre un altro 25% si è concesso ferie fino a due settimane. Secondo Coldiretti/Ixè il 14% ha trascorso fino a tre settimane fuori, mentre il 7% è rimasto in vacanza per un mese, il 3% anche di più. Il 18%, però, si è dovuto accontentare di appena tre giorni.
Se l’estate sta finendo, c’è però ancora tanto sole, con tariffe da bassa stagione che stanno spingendo il turismo di settembre, quando si prevede l’arrivo nelle strutture ricettive di 15 milioni di turisti, per un totale di 50,2 milioni di pernottamenti, lo 0,6% in più rispetto a settembre 2023. La stima, stavolta, è del Centro Studi Turistici per Assoturismo Confesercenti. Un trend positivo, anche se le imprese sperano di migliorare ulteriormente i tassi di occupazione, vista l’abitudine di decidere la partenza sotto data.
Le tendenze più ottimiste sono attese per le città d’arte (+2,4%), per le località rurali e di collina (+2,1%). Una leggera crescita è attesa anche per le località dei laghi (+0,9%), in leggera flessione invece le località marine (-0,5%), di montagna (-0,6%) e del termale (-1,2%). Una contrazione che si è fatta sentire anche nel trimestre estivo, con una stagione turistica leggermente sotto le attese, in certe zone: secondo le stime di Assoturismo, i pernottamenti tra giugno e agosto sono diminuiti dello 0,7%, per una flessione di 1,4 milioni di presenze rispetto allo scorso anno. Ad incidere è stato il calo della domanda italiana (-2,9%), con valori di forte diminuzione nelle località balneari (-4,1%), termali (-5,3%) e dei laghi (-3,7%). In termini assoluti si stimano per il trimestre estivo 105,4 milioni di pernottamenti di italiani, contro i 108,6 milioni del 2023. Dati mitigati comunque dagli arrivi internazionali, in crescita.
La contrazione della domanda interna è stata registrata da tutte le imprese della filiera del turismo, in particolare dagli stabilimenti balneari e dalla ristorazione. Anche le strutture della ricettività hanno sofferto gli effetti di una minore capacità di spesa degli italiani, che hanno ridotto ulteriormente la durata dei soggiorni e innalzato di conseguenza i costi di gestione delle imprese. Complessivamente è diminuita anche la richiesta di servizi aggiuntivi ed è aumentato l’interesse verso le sistemazioni a tariffe più contenute per meglio controllare il budget della vacanza.
In breve, il dinamismo delle prenotazioni registrato ad inizio stagione lasciava intravedere un trimestre estivo più promettente, ma ad oggi i risultati sembrerebbero al di sotto delle aspettative non solo per le località del turismo balneare, della montagna e delle aree termali, ma anche per le altre destinazioni non interessate dal turismo internazionale. Che, invece, è andato bene: l’aumento degli stranieri è stimato al +1,6%, avvertito maggiormente nel settore alberghiero (+2,4%), ma anche nelle strutture complementari (+0,9%). In termini assoluti i pernottamenti stimati salgono ad oltre 105,1 milioni, contro i 103,4 milioni del 2023.
Nelle regioni del Nord Est si registra il risultato peggiore (-1%) con un consistente calo degli italiani (-2,9%) e nonostante l’incremento degli stranieri (+0,5%). Nelle regioni del Centro la stima del risultato è del -0,8%, determinato dal calo degli italiani (-3,5%) e da un parallelo incremento degli stranieri (+1,9%). Per le regioni del Sud e Isole la stima è del -0,6%: le presenze stimate degli italiani sono del -2,8% a fronte però di un aumento di quelle straniere del +4,1%.
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