Cresce l’attesa e crescono le richieste di iscrizione al primo corso di laurea in Hospitality innovation and e-tourism che l’Università Ca’ Foscari di Venezia si appresta a inaugurare (in partnership con la Scuola italiana di Ospitalità, promossa da TH Resorts e Cdp) a partire dal prossimo anno accademico 2021-22.
Il corso triennale è a numero chiuso, per 50 posti disponibili (45 dei quali riservati a studenti europei, italiani compresi), ma ancor prima della pubblicazione ufficiale del bando sono già arrivate oltre 80 domande da Paesi extraeuropei: dalla Russia agli Usa, dalla Cina alla Nigeria, all’India e molti altri ancora. Anche calcolando una quota di richieste straniere non supportate da concrete volontà formative, è comunque un segnale evidente di interesse in un settore che sente forte la necessità di allineare il proprio capitale umano su parametri più competitivi, fatti di competenze, innovazione, abilità digitali.
Oggi, riemergendo dall’apnea pandemica, la sfida è davvero riuscire a ricostruire il turismo con nuove professionalità e visioni. In questa prospettiva, oltre al corso di laurea di Ca’ Foscari, la Scuola Italiana di Ospitalità ha anche unito le proprie forze con la Luiss Business School per il programma Flex Executive in Hotel Management, voluto per fornire conoscenze e competenze immediatamente applicabili nelle attività o carriera alberghiera dei partecipanti, sfruttando al massimo le nuove opportunità offerte nel settore. Il programma si rivolge a proprietari di strutture alberghiere, direttori e manager nelle aree front office, amministrazione e controllo di gestione, responsabili di sales e marketing e food & beverage manager. Il Flex Executive (dall’1 al 16 settembre) si compone di due fasi: nella prima (core programme, online), il focus è sui processi strategici fondamentali delle aziende operanti nell’ambito del settore ricettivo; nella seconda fase ciascun partecipante potrà scegliere il proprio percorso di specializzazione, da seguire in una delle tre sedi individuate come fra le più rappresentative e funzionali: Outdoor sports, wellness & spa, a Madonna di Campiglio; Enogastronomia e F&B, a Ostuni; Turismo d’arte e cultura, a Firenze.
“Un capitolo importante nel Piano nazionale di ripresa e resilienza dovrà essere riservato al comparto del turismo nel suo complesso – è il commento del direttore Luiss Business School Paolo Boccardelli – perché la forza del rilancio dovrà essere commisurata al peso di mesi e mesi di sacrifici, non ancora alle nostre spalle. È chiaro però che il settore dovrà ricostruirsi con una nuova visione, con cambio di prospettive, impiegando professionalità e competenze adeguate al nuovo presente. Su questo si basa la partnership fra Luiss Business School e Scuola Italiana Ospitalità, che unisce esperienze di eccellenza nella gestione turistico-alberghiera a quelle dell’alta formazione manageriale nel segno dell’innovazione e della trasformazione digitale”.
“È fondamentale puntare sulla formazione del middle e del top management per il rilancio del settore hospitality in Italia – sostiene Giulio Contini, direttore SIO -. Serve un forte reskilling delle risorse umane per migliorare la competitività e riguadagnare la quota di mercato rispetto ai competitor internazionali, aprendosi alle nuove possibilità offerte dalla digitalizzazione ma anche ascoltando la richiesta dai mercati, nazionali e internazionali, di un’attenzione sempre più forte all’autenticità dell’esperienza e dei rapporti con le comunità locali. Questo corso punta a fornire strumenti tecnologici, manageriali ed umani innovativi, a quei manager che vogliono crescere professionalmente e far crescere le aziende nelle quali lavorano”.
L’impegno della SIO, sia in questo Flex Executive che nel corso di laurea di Ca’ Foscari, si basa su solidissime analisi. L’incidenza del settore turistico sul Pil italiano è del 13%, con il 15% dell’occupazione. L’Italia è il primo mercato europeo per numero di hotel (33 mila) e stanze d’albergo (un milione). È il quinto Paese al mondo per arrivi di turisti internazionali (62 milioni), e il sesto per incassi generati dal settore turistico (49 miliardi di dollari). Il Covid ha evidenziato la fragilità del settore e introdotto nuovi valori per l’hospitality education. L’aumentata fragilità è dovuta a fattori diversi: ovviamente la pandemia, con la conseguente recessione, ma anche l’evidente gap di competenze e la sopraggiunta necessità di considerare nuovi valori, quali la sicurezza, la regionalità, l’impatto o l’autenticità. Da tutto ciò, la centralità dell’hospitality education, attraverso il supporto alla resilienza della crisi mediante la prevenzione, la diversificazione, la localizzazione e le competenze (customer experience management, facility management, business simulation, emotional intelligence, soft skills). È fin troppo evidente che il settore turistico italiano abbia un forte bisogno di formazione. L’indagine nazionale turismo e talenti dimostra che il 68% degli addetti del settore necessitano a breve di reskilling, che un’impresa su tre non riesce a trovare il capitale umano necessario, e che tra le esigenze principali al primo posto figura “più cultura manageriale”. “In realtà – aggiunge Contini – non si tratta di creare da zero: nel turismo non ci sono all’orizzonte nuove professioni da inventare, la necessità è piuttosto di aggiornare quelle esistenti, di portarle a standard 4.0, tecnologicamente pronte ai mercati contemporanei e globali, attrezzate alle competizioni, disposte alle sfide. La SIO è talmente proiettata su questo tipo di percorso da aver già richiesto l’abilitazione ISO di settore (l’UNI EN 180 9001:2015 EA37), quella appunto su formazione/istruzione. Una certificazione per i nostri programmi, orientati ad un futuro che è già qui”.
La SIO è improntata sul modello dell’Hotel School: è il primo hotel-school universitario in Italia, per formare con la metodologia “learning by doing” i nuovi manager dei settore ed entrare, a cinque anni dalla prima coorte di studenti laureati, nei ranking internazionali come una delle eccellenze italiane nel mondo. La mission della SIO è attrarre da tutto il mondo studenti eccellenti per la creazione della nuova classe manageriale; codificare ed insegnare un modello italiano di hospitality basato su tratti distintivi; rafforzare la reputazione dell’Italia come destinazione turistica attraverso un network di alunni “ambasciatori”; sostenere l’innovazione e lo sviluppo del capitale umano nel settore dell’hospitality con un’impronta digitale e con uno scambio costante tra accademia e industria ai massimi livelli.
Il modello dell’hotel-school si basa su precise premesse di efficacia: è una scuola dove gli studenti imparano lavorando a contatto con i clienti e situazioni reali, sotto la guida di docenti e operatori del settore; è una scuola che consente l’alternanza tra lezioni in aula e training on the job, per verificare in azione e in modo critico l’efficacia degli strumenti e dei modelli appresi in aula; è una scuola che si basa anche sul coinvolgimento attivo delle aziende nella progettazione di contenuti specialistici e innovativi, progetti field, laboratori didattici. La collaborazione con l’Università Ca’ Foscari si esplica in un corso che porta alla laurea triennale a orientamento professionale in Hospitality innovation and e-tourism (180 CFU, 126 di didattica, 50 di stage e 4 di tesi): si formeranno manager con competenze trasversali, dal business alla gestione alberghiera, all’innovazione, alla sostenibilità. I corsi sono aperti per 50 studenti, italiani e stranieri, e saranno erogati in Ca’ Foscari. Dal 2024, una volta completati i lavori di ristrutturazione e ricevuto l’accreditamento ministeriale, i corsi (interamente in inglese) saranno erogati nella nuova sede di Venezia Lido. A riprova dell’interesse suscitato nella lunga filiera del settore, la SIO ha già ricevuto supporto da diversi attori del settore, tra cui Hilton, ClubMed, Confcommercio, Confindustria Alberghi, e da numerosi alberghi singoli e altre associazioni di categoria locali e nazionali.
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