La montagna sta mutando il suo potenziale. Questo paradiso naturale può avere nuove destinazioni, nuovo potenziale e diversi scopi”. Lo dice Hannes Gasser, socio fondatore e amministratore di Brandnamic, sedi a Bressanone (headquarter ipermoderno), Merano e Monaco di Baviera, una full service specializzata nel marketing per hotel e destinazioni.



Nuovi potenziali, nuovi scopi: cosa intende, Gasser?

Il turismo è cambiato. Il turista non è un solo turista, o comunque non possiamo leggervi gli stessi bisogni ed esigenze. Questo cambiamento lo si avverte soprattutto nelle mete alpine. Gli eventi degli ultimi anni, come la pandemia, la crisi economica e il cambiamento climatico hanno messo sempre più in luce quel quesito che nella mente degli operatori turistici e dei turisti stessi aveva già preso forma prima della pandemia: dove ci porterà il futuro? Come ci comporteremo?



Una delle minacce più imminenti e gravi per il turismo montano è rappresentata dal cambiamento climatico. I responsabili dell’industria turistica devono iniziare a ripensare l’offerta e attuare soluzioni lungimiranti oggi per poter affrontare il domani. A essere più colpito sarà il turismo invernale, per il quale purtroppo il freddo e la neve sono i principali fattori di successo. Dobbiamo quindi ripensare tutti a nuove soluzioni, nuove proposte e nuove esperienze, per non perdere attrattività e fascino: il potenziale c’è.

Turisti o vacanzieri: sono nati nuovi modi di sentire e vivere la montagna?



La classica vacanza da pacchetto, quella programmata con largo anticipo e di lunga durata, ormai non esiste più. Da un paio di anni, soprattutto da quando è scoppiata la pandemia, il modo di prenotare è cambiato. Il viaggio a lungo termine ormai non è più in voga, e non solo perché pianificare è diventato sempre più difficile, ma anche perché gli stessi ospiti sono più propensi a cogliere le occasioni al volo e in modo flessibile. I turisti tendono a preferire viaggi frequenti ma di pochi giorni. Anche la scelta della meta è cambiata. Adesso si preferiscono destinazioni limitrofe e soprattutto facilmente raggiungibili. Prendiamo ad esempio l’Alto Adige: per i turisti provenienti dalla Germania o anche dall’Italia e dall’Austria, l’Alto Adige rappresenta una meta strategica, grazie alla sua facile accessibilità e soprattutto alla possibilità di spostarsi comodamente in loco usufruendo dei mezzi pubblici. Anche il modo di concepire la vacanza è cambiato. La routine frenetica ci porta a desiderare di rallentare il ritmo e di goderci il viaggio a 360º. Ora gli ospiti scelgono mete di nicchia, luoghi autentici dove vivere una vacanza originale. Il turismo di massa si sta declassando: ciò che cercano gli ospiti sono mete in cui godersi la pace e la natura incontaminata. In poche parole, puntano a un turismo di qualità. A tal proposito, in questo contesto è bene considerare non solo la prospettiva del turista stesso, ma anche quella del singolo albergatore. Cambiare l’offerta e adeguarla alle condizioni attuali non è un compito che si svolge dall’oggi al domani. Diventare più sostenibili è più facile a dirsi che a farsi. Il saper rinunciare non fa parte della natura umana. Difficilmente la società riesce a fare a meno di comodità e privilegi, e la stessa cosa vale per il turista. Se “togliamo” qualcosa agli ospiti, qualcosa a cui loro sono abituati, dobbiamo per forza di cose sostituirlo con qualcos’altro che sia altrettanto accattivante. Ed è qui che entra in gioco l’albergatore: il trend dell’esperienza “autentica” può essere una valida sostituzione con un enorme potenziale da sfruttare. Ciò a cui può puntare è la valorizzazione del territorio nel suo complesso, dai prodotti di qualità e a chilometro zero fino alla promozione e alla salvaguardia delle tradizioni locali.

Gli input dei mercati hanno spinto l’offerta su parametri diversi rispetto al passato? Oggi che modelli si possono individuare?

Allacciandomi alla risposta precedente, così com’è cambiata la domanda, allo stesso modo è cambiata anche l’offerta turistica. In Alto Adige, ad esempio, il turismo si sta trasformando sempre di più in un turismo di lusso. Le strutture ricettive presenti offrono tutte standard di qualità molto alti, con un’offerta variegata che comprende wellness, cucina stellata, attività al chiuso e nella natura adatte a ogni fascia d’età. Gli alberghi, tutti a conduzione familiare, offrono servizi su misura e regalano agli ospiti una sensazione di autentica ospitalità. Inoltre, le strutture sono inserite armoniosamente nel territorio, senza deturparlo, ma al contrario preservando le sue preziose risorse. Il turismo montano, a differenza di quello balneare, avrebbe tanti assi nella manica da cui poter trarre vantaggio e, soprattutto in vista del cambiamento climatico, sfruttare a suo beneficio.

La sfida dei prossimi anni quale sarà?

La carenza di neve è sicuramente un fattore che desta preoccupazione negli operatori turistici dell’arco alpino. Oggi l’innevamento artificiale è una delle soluzioni più adottate dai gestori dei comprensori sciistici, ma non significa che questa sia la strategia più consona, dato che comporta comunque risvolti negativi in termini ecologici ed energetici. Per far fronte a queste fluttuazioni climatiche e alla mancanza di neve, le aree alpine dovrebbero puntare a un’offerta più sfaccettata. Anche se un domani non saranno più mete sciistiche, potranno lo stesso trovare altre fonti redditizie. Rispetto ad altre destinazioni, l’Alto Adige si distingue per la sua unicità. Un territorio piccolo ma dall’offerta vasta e sfaccettata, in quanto offre natura incontaminata, montagne spettacolari, laghi, musei e luoghi d’interesse unici.

La destagionalizzazione potrebbe diventare una realtà? E perché?

Proprio in vista di un cambiamento del turismo invernale, è bene proporre alternative. La classica settimana bianca, ad esempio, potrebbe tramutarsi in una semplice vacanza in montagna, durante la quale l’ospite può sperimentare altre attività al di fuori degli sport invernali e scoprire tutto ciò che il territorio ha da offrirgli. Dal punto di vista stagionale, è bene sfruttare le opportunità che possono presentarsi per il turismo montano: durante le estati afose, ad esempio, le temperature piacevoli in alta quota favoriscono più affluenza. Le persone che amano combinare lo sport alle vacanze sono quelle che danno per esempio particolare importanza alle montagne e alle esperienze nella natura. E un clima stabile e soleggiato, come quello in Alto Adige, potrebbe tornare a vantaggio dei fornitori di servizi all’aria aperta e degli impianti di risalita.

I piccoli centri, i tanto citati borghi di quota, godono della loro sostanziale tipicità. Ma sono penalizzati dall’isolamento infrastrutturale?

Le mete alpine sono proprio le destinazioni giuste che possono sfruttare questi vantaggi competitivi e promuovere una nuova forma di turismo. Le località piccole, dalla bellezza autentica e immerse nella natura, costituiscono adesso un’alternativa molto più promettente e accattivante rispetto alle classiche mete turistiche. L’Alto Adige è disseminato di queste località amene, inserite in uno splendido contesto naturale. Altri punti a favore sono gli ottimi collegamenti e infrastrutture: gli ospiti qui hanno la possibilità di spostarsi comodamente con i mezzi pubblici, la bici e i moderni impianti di risalita. Agli ospiti vengono messe a disposizione carte per la mobilità che consentono loro di spostarsi liberamente e gratuitamente. Se in inverno gli ospiti possono recarsi nelle ski area, nelle restanti stagioni hanno a disposizione parchi naturali, parchi avventura ed ecoparchi. Al giorno d’oggi, i mega trend della neo-ecologia, della mobilità dolce e della sostenibilità giocano un ruolo fondamentale per poter offrire in futuro esperienze e servizi di questo genere. Per imboccare questa strada serve la cooperazione di tutti: dell’operatore turistico, il quale si impegna a offrire una vacanza di qualità, e del turista, al quale non si chiede di rinunciare, bensì di fare scelte consapevoli nel rispetto degli altri e dell’ambiente. Un viaggio responsabile, senza stress, un viaggio in cui ogni minuto viene assaporato: questo è il futuro del turismo.

(L’intervista, di Alberto Beggiolini, è tratta dal recente volume “Il turismo di montagna: sfide e opportunità di un settore in trasformazione”, realizzato da TH Group, Fondazione per la Sussidiarietà e dalla Scuola Italiana di Ospitalità – iniziativa di formazione di Fondazione Cassa Depositi e Prestiti e TH Resorts)

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