Due dati emergono dai consuntivi di fine settembre dell’industria del turismo, dati che grossomodo rappresentano il bilancio della stagione estiva, quella che s’era sperato di poter allungare ancora di più, una extended season naufragata però nelle chiusure anticipate per conti energetici non più sostenibili.



Il primo dato emerge dal recentissimo studio presentato dal colosso Booking.com: “L’Italia è avanti nell’adozione di misure per limitare la produzione di Co2 del settore ricettivo e ha raggiunto un potenziale di abbattimento pari al 61%, rispetto al 47% dell’Europa nel suo insieme. Il settore inoltre risulta pronto ad agire, con quasi il 70% di proprietari di alloggi che concorda sulla fondamentale importanza della sostenibilità. Tuttavia, si stima che, per l’attuazione di tutte le misure necessarie per la decarbonizzazione, l’Italia debba investire 9,9 miliardi di euro”.



Il report (Global accommodations sector: The road to net zero emissions) parte dal presupposto che il settore ricettivo a livello mondiale sia responsabile di 264 milioni di tonnellate di emissioni dirette e controllabili di Co2 equivalente all’anno: sarebbero necessari investimenti di circa 800 miliardi per raggiungere lo zero netto entro il 2050. Difficile, ovviamente, stanti le varie congiunture che non mancano di minacciare bilanci e sopravvivenze. L’aspetto positivo è che molte strutture ricettive “hanno già implementato una serie di misure per limitare la produzione di Co2 che variano tra il 30% e il 70% – sostiene Boking.com -. Tra queste ci sono l’installazione di sistemi di riscaldamento, ventilazione e condizionamento dell’aria ad alta efficienza energetica, l’utilizzo di elettrodomestici ad alta efficienza in tutto l’alloggio e l’impianto di doppi vetri. L’81% dei turisti è d’accordo nel voler fare scelte di viaggio sempre più sostenibili e circa il 50% degli intervistati ha affermato che le recenti notizie sul cambiamento climatico li ha influenzati a fare scelte di viaggio più consapevoli e improntate alla sostenibilità”.



Il secondo dato è evidenziato da The Watcher post, secondo cui i numeri registrati dal ministero del Turismo e da Enit nel mese di settembre sarebbero chiari: “L’Italia guida la pole position europea per tasso di saturazione medio delle strutture ricettive OTA (Online Travel Agencies) con il 56% davanti a Grecia, Spagna e Francia. Direttamente proporzionale è stata la crescita del numero di prenotazioni aeroportuali internazionali dirette in Italia (+117% rispetto al 2021). Numeri che non intendono deludere soprattutto per quanto riguarda novembre, mese in cui si dovrebbe raggiungere il +157% sempre in relazione al 2021″.

Più nel dettaglio, secondo dati di Global Blue (la società di rimborso delle tasse per lo shopping turistico con sede a Nyon, Svizzera), “a partire all’attacco è il tridente di Roma, cioè quello racchiuso tra le strade che partono da Piazza del Popolo, che hanno realizzato il 68% della spesa tax free staccando i valori pre-pandemici”. A fare da capofila all’invasione di turisti riversatisi nella Capitale sono gli americani, i quali (con il 43%) raddoppiano le stime registrate nel 2019. A occupare una posizione rilevante sono gli arabi i quali, seguiti da canadesi e australiani, hanno aiutato Firenze a migliorare i propri standard pre-Covid. Ma a interessare in maniera particolare è la variante britannica, che può godere del beneficio del tax free solo dal 2021. “Turisti che – a detta del Watcher -, all’interno del tanto ricercato Made in Italy, trovano il ramo fashion & clothing nettamente più appealing degli altri; non a caso si aggiudica il 75% delle spese tax free (98% più alto rispetto al 2019)”.

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