Le previsioni sono solo pre-visioni, per loro natura soggette a cambiamenti (ne sanno qualcosa i meteorologi). Ma così come si seguono con attenzione i vaticini sul clima, così si registrano puntualmente con curiosità le previsioni sull’andamento dell’industria del turismo, che promettono un 2023 da record. Lo certifica l’istituto Demoskopika, azzardando che saranno oltre 442 milioni le presenze (+12,2% sul 2022), il valore più alto di sempre. Quanto agli arrivi, si parla di quasi 127 milioni – il terzo dato più elevato, dopo i 131 milioni del 2019 e i 128 del 2018 – con un rialzo dell’11,2% sull’anno scorso. Il tutto comporterà un forte traino sulla spesa turistica che, in valore assoluto, sarebbe destinata a toccare 89 miliardi di euro (+22,8% sul 2022).
In ripresa, secondo Demoskopika, anche l’incoming: sceglieranno l’Italia 61 milioni di stranieri, circa la metà del dato complessivo degli arrivi previsti, per 215 milioni di pernottamenti. Dati positivi per tutti i territori. In crescita rispetto alla media nazionale potrebbero essere nove regioni: Trentino Alto Adige (+15,4% presenze e +11,8% arrivi), Veneto (+14,8% e +11,0%), Marche (+13,4% e +13,8%), Molise (+13,4% e +14,3%), Toscana (+13,4% e +13,5%), Lazio (+12,8% e +12,8%), Sicilia (+12,7% e +8,9%), Campania (+12,3% e +13,1%) ed Emilia-Romagna (+12,2% e +7,4%).
Anche se dovessero intervenire variazioni, l’anno turistico italiano si presenta insomma più che bene. Lo sostiene anche la ministra del Turismo Daniela Santanchè, che, in audizione davanti alle commissioni riunite Attività produttive della Camera e Industria del Senato, l’altro giorno ha illustrato le linee programmatiche del suo dicastero, che ha ottenuto il rifinanziamento per il 2023 (39 milioni) delle risorse già stanziate e che non erano state impiegate nel 2022 per il ristoro delle agenzie di viaggio e dei to.
“È anche diventata legge dello Stato la detassazione delle mance – ha detto la ministra in audizione -: eravamo l’unica nazione in Europa a non avere una regolamentazione su questa materia. Invece, d’ora in avanti, un sistema consentirà a tutto il personale delle strutture ricettive, quindi di bar e ristoranti, di ricevere mance in misura sino al 25% degli introiti lordi annui”. Altra questione riguarda i porti turistici e i camping, molti dei quali sprovvisti di rete wi-fi. Il ministero ha avviato un progetto di distribuzione della connettività internet gratuita in banda larga per i turisti, grazie a un finanziamento di 5 milioni di euro, a valere sulla misura 55 del Piano di sviluppo e coesione. L’installazione del wi-fi gratuito riguarderà 300 punti tra porti turistici e camping. Una volta effettuato l’accesso alla rete pubblica e gratuita, il turista otterrà la connessione e atterrerà sulla pagina di benvenuto del portale Italia.it. La rete sarà disponibile nei principali punti di interesse nazionali, che verranno identificati sulla base della rilevanza strategica, sull’attrattività culturale e sui volumi generati a livello turistico.
“Ho dato avvio a una nuova opportunità di finanziamento per le imprese turistiche – ha aggiunto Santanchè – grazie alla promozione del Fri-Tur, il Fondo rotativo imprese per il sostegno alle imprese e gli investimenti di sviluppo nel turismo, previsto dal Pnrr, promosso dal ministero del Turismo e gestito da Invitalia. Il fondo, con una dotazione di 1 miliardo e 380 milioni di euro, è una grandissima opportunità che favorirà il salto di qualità delle strutture ricettive italiane”.
Un salto più che auspicato, visto il valore prodotto dal comparto: nel 2019 era il 10,6% del Pil, percentuale alla quale vanno poi aggiunti i risultati degli altri segmenti della “catena Turismo” (trasporti, commercio, forniture ecc.). Se si pensa che la Croazia attribuisce al turismo almeno il 25% del suo Pil, e che il nostro dato resta ancora simile a quello di Germania, Francia e Regno Unito, pur vantando l’Italia ben maggiori giacimenti naturali e culturali, si comprende bene quanta strada ci sia ancora da fare.
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