Allungamento dei finanziamenti, garanzie agevolate e strumenti di finanza alternativa come bond o basket bond (la cartolarizzazione tramite obbligazioni). Sono le misure chieste a gran voce da Confindustria alberghi al Governo, un pacchetto di misure straordinarie a sostegno della patrimonalizzazione delle imprese, perché “il mondo alberghiero ha bisogno di un percorso di accompagnamento, in attesa del ritorno alla normalità, potendo disporre anche di interventi temporanei di riduzione della pressione fiscale e misure di decontribuzione per il lavoro”, ha detto Maria Carmela Colaiacovo, vicepresidente dell’associazione.



Non sono i lamenti scontati di un settore che vorrebbe approfittare della situazione per usufruire di particolari scorciatoie. La drammaticità della situazione delle strutture ricettive italiane è stata infatti certificata l’altro giorno anche da Bankitalia, nell’audizione sul Def davanti alle commissioni Bilancio di Camera e Senato. La banca centrale ha sottolineato che tra le imprese più colpite e a rischio ci sono proprio quelle del turismo. “Noi stiamo facendo il massimo – sostiene Colaiacovo -, molte aziende hanno visto crescere a dismisura il peso del proprio debito per non soccombere. Ma senza sostegni adeguati alla liquidità sono a rischio non solo le imprese che hanno fortemente subito lo schiacciamento della crisi, ma tutte quelle realtà sane che in questi lunghi mesi hanno potuto fronteggiare l’emergenza grazie a una solidità patrimoniale oggi fortemente minacciata”.



Fin qui, la conferma della crisi gravissima del segmento più esposto tra quelli del comparto turismo, cioè l’hotellerie, con strutture mai chiuse d’imperio (quindi lasciate senza particolari ristori), ma di fatto inattive per l’ovvia mancanza di materia prima, i clienti, bloccati dalle restrizioni agli spostamenti, sia in patria che ancor più dall’estero. E si sa: la camera che non si vende non finisce in magazzino in attesa di essere riproposta, ma resta invenduta e stop.

Adesso, però, in questa strana primavera rinfrancata dai pass verdi (che consentiranno finalmente di muoversi) e dai vaccini, si intravvede la possibilità di una qualche ripresa. Lo conferma Pambianco, la società di strategie d’impresa, che informa di una situazione in risalita per l’ospitalità italiana, con un’impennata delle prenotazioni degli alberghi (sensibilmente maggiori rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso). Con in più una novità inattesa: “Hanno ricominciato a prenotare gli stranieri – sostengono gli esperti di Pambianco – che invece erano praticamente assenti la scorsa estate, ma le loro scelte cadono nel periodo da fine agosto in poi”.



Scelte dovute quasi certamente all’incertezza sulla possibilità di volare a livello intercontinentale, nella convinzione che in autunno l’emergenza pandemica dovrebbe essere ridimensionata, magari dalla diffusione delle vaccinazioni, con conseguenti riaperture agli spostamenti. L’estate, insomma, o almeno i mesi più caldi, luglio e agosto, dovrebbero ancora essere riservati al turismo domestico. Ma il fenomeno nuovo, comunque, è che quest’anno il turista straniero non frena il suo desiderio di viaggiare. E tra l’incoming extra Ue spiccano le prenotazioni degli americani, che erano ormai dati per persi, adesso invece forti di un’intensa campagna vaccinale che sta riallargando i loro orizzonti. “Gli Stati Uniti, mercato straniero più forte per noi assieme a Gran Bretagna e Germania – confermano da Federalberghi -, stanno iniziando a prenotare, ma per settembre e ottobre”.

Un bel segnale, che però implica un’altra estate buona per mare e montagna, non per le città d’arte, che resteranno ancora vuote, dal momento che vivono soprattutto di turismo straniero.

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