Non è il cinema in crisi, ma i cinematografi. Non è l’informazione a soffrire, ma le edicole. L’abitudine a saltare i passaggi e i “media”, per assumere direttamente i “messaggi”, sta effettivamente causando un cortocircuito in cui si producono sempre più film e fiction che poi però vengono fruiti in streaming, su piattaforme e device vari, nella diffusa desertificazione delle sale, così come non si sono mai viste persone più informate pur in un drammatico calo delle vendite dei giornali: già la sera tutti conoscono le notizie (sempre via device e social) che i quotidiani riporteranno solo la mattina successiva. È la generale messa in discussione delle mediazioni, frutto di un’abitudine all’accesso diretto, che s’innesta con la percezione di beni fruiti in maniera gratuita: niente biglietto d’ingresso, niente soldi per la carta stampata.
Questa montante smania della dismediazione, tradotta nel settore turismo, ha causato e sta continuando a motivare scenari diversi, che appoggiano sulla digitalizzazione, sul mercato più giovane, sulla deregulation e la competitività dei trasporti, tutti fattori che esasperano la concorrenza e minacciano il futuro dei mediatori del settore, ossia tour operator e agenzie, che si trovano ad affrontare nuove incertezze e marginalità sempre più fluide. Ma in questa estate segnata da un rigurgito di pandemia e dal caos nei voli, emerge una netta controtendenza: il ritorno alla sicurezza e alle garanzie che to e agenzie possono offrire rispetto al salto nel buio del fai-da-te.
Facciamo un esempio. Oggi, domenica 17, sarà un’altra black Sunday con le quattro ore di sciopero, l’ennesimo, dei dipendenti delle compagnie low cost come Ryanair, Malta Air, Crewlink, EasyJet e Volotea, ma anche dei controllori di volo Enav. Gli unici voli operati saranno quelli al di fuori della fascia interdetta (e cioè quelli dalle 7 alle 10 e dalle 18 alle 21), ma anche tutti i voli charter delle vacanze, ovvero verso le isole. Il charter, insomma, volo con contratto di noleggio con almeno 19 posti (a numero inferiore sarebbe catalogato aerotaxi), a biglietti venduti quasi sempre non dalle compagnie aeree ma dai to o dalle agenzie, una modalità che era andata impallidendo al crescere delle low cost, oggi finisce con l’essere la modalità forse più sicura per i trasferimenti aerei.
“Per Baobab – dice Alessandro Gandola, direttore del nuovo to nato in seno a TH Group – la turbolenza che stiamo vivendo sui voli ha una duplice valenza. La più evidente e dolorosa riguarda l’impatto sui margini, certamente molto erosi dai costi di riprotezione che il tour operator deve assorbire. D’altro canto ci vediamo anche una grande opportunità di fidelizzazione delle agenzie a Baobab e al Gruppo TH, perché a tutte le centinaia di nostri clienti a cui è stato cancellato il volo abbiamo saputo garantire la migliore alternativa disponibile, senza alcun extra costo per loro. Siamo certi che questo sia il miglior biglietto da visita possibile per una start up come la nostra che vuole crescere molto in fretta, sfidando proprio in modo aperto il depackaging dilagante delle agenzie e il fai da te del cliente finale”.
Non è dunque esagerato ipotizzare la riscoperta dell’intermediazione turistica, anche nei voli a domanda, per eludere il caos che stanno subendo le compagnie di linea (anche per loro colpa, vedi i massicci licenziamenti di personale voluti durante la pandemia). Ma anche nelle prenotazioni di vacanze in genere, viste le possibilità offerte da to e agenzie per ristorare le cifre sborsate nel caso si debba rinunciare al viaggio a causa Covid.
Una ricerca di Travelport (sistema di distribuzione globale per il turismo) rivela che almeno il 60% dei viaggiatori italiani è seriamente intenzionato a servirsi dalle agenzie di viaggi, perché “ritenute fonti sicure di informazioni e soprattutto di rassicurazioni su servizi e assistenze da ricevere prima e durante la vacanza”. Per il segmento to e adv è sicuramente una notizia che proietta un futuro più favorevole.
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