La pandemia da Covid-19 sta poco alla volta trasformandosi in endemia, cioè da un fenomeno acuto di diffusione del virus a una situazione di presenza più o meno costante e più o meno diffusa ovunque del medesimo virus. Questa, almeno, è la convinzione di molti, espressa qualche giorno fa dallo scrittore Antonio Scurati, che parla di una nuova, probabile era di emergenza sanitaria. È, la sua, una riflessione vagamente apocalittica, ma sostanzialmente realista, date anche le frequenti esternazioni degli esperti che predicono una forzata convivenza a termine imprecisato con questo virus mutante.



Sono gli stessi esperti, però, a confidare anche nella ricerca, nella capacità difensiva dei vaccini (anch’essi in formazione continua, adattabili in tempi brevi alle variazioni del Covid), nella probabile conquista di nuovi farmaci, nella progressiva attenuazione dell’aggressione virale (anche la più recente variante Omicron, ad esempio, sembra molto contagiosa, ma poco violenta), e nella progressiva estensione degli scudi immunitari, con la conseguente rassegnazione alla convivenza dell'”invasore” nell’organismo umano in maniera sopportabilmente pacifica.



Pan o endemia la si voglia definire, la situazione emergenziale sta comunque lasciando cicatrici e ferite ancora ben aperte un po’ ovunque. L’Unwto, l’agenzia specializzata dell’Onu (sede a Madrid) che si occupa del coordinamento delle politiche turistiche, informa che il settore turistico a livello mondiale dovrebbe segnare anche quest’anno perdite pari a 2.000 miliardi di dollari rispetto al periodo pre-pandemico, le stesse perdite registrate nel 2020. La stessa organizzazione parla di una “ripresa del settore lenta e fragile: le restrizioni ai viaggi imposte negli ultimi giorni dopo l’apparizione della nuova variante Omicron dimostrano che la situazione è totalmente imprevedibile”.



È invece assolutamente prevedibile la diffusa volontà di affrontare la nuova stagione invernale sulla neve, forti delle sicurezze garantite dai protocolli stabiliti per un turismo bianco sano e sostenibile. Secondo un recentissimo sondaggio dell’agenzia Metis Ricerche di Torino, il 35% degli italiani pensa a una vacanza nel prossimo dicembre-gennaio. Un dato certamente migliore rispetto alle prospettive del 2020 (si fermarono al 12%), quando l’emergenza sanitaria era ben più grave, con conseguente incertezza sulle aperture delle stazioni sciistiche, che infatti poi non avevano potuto nemmeno iniziare a lavorare. Sempre secondo l’indagine, fra chi ha dichiarato che farà sicuramente vacanza il 51% ha già prenotato. La “paura del Covid” è scesa dal 47% del 2020 al 9%, mentre l’obbligo del Green Pass è considerato (dal 64% degli intervistati) molto importante per decidere se effettuare una vacanza.

Queste le tendenze dei turisti. Dal canto loro, gli operatori dell’industria montagna/neve non sono rimasti semplicemente in attesa di riscuotere una rendita di posizione, ma si sono attrezzati alle nuove sfide della competitività e della sostenibilità ambientale ed economica. Bastano pochi esempi per capire che la montagna, oggi, sta diventando un articolato laboratorio di innovazione e digitalizzazione, i fondamentali più volte evocati in ogni progetto di ripresa del settore turismo.

In tema di sicurezza sanitaria, è ormai ben nota la facility adottata da Dolomiti Superski per agganciare telematicamente il green pass degli sciatori allo skipass, acquistabile online. In tema di sostenibilità spicca invece il Living Lab di Madonna di Campiglio, pedina italiana del progetto europeo Smart Altitude (che vede coinvolte anche Krvavec Living in Slovenia e Les Orres in Francia): un sistema integrato per la gestione dell’energia, che dovrà migliorare l’efficienza energetica, ottimizzare l’uso dell’acqua, integrare fonti rinnovabili e ridurre le emissioni di CO2 nella SkiArea, con l’obiettivo di eliminare tutte le emissioni di CO2 entro il 2026. In tema di accessibilità, infine, va ricordata Mysnowmaps, una start-up innovativa (sede a Trento) che ha sviluppato un’app per smartphone e un portale web dove si possono ottener tutte le informazioni sempre aggiornate riguardanti la neve e le nevicate nell’arco alpino. Mysnowmaps (detta la Map della neve, vincitrice dell’EdisonPulse) è nata nel 2014 dall’intuizione di Matteo Dall’Amico, Fabrizio Zanotti e Silvia Simoni. “La neve è soggetta a tantissime variabili – ha dichiarato Dall’Amico a ilDolomiti – versanti poco distanti fra loro possono avere caratteristiche completamente diverse per quota, esposizione, pendenza o morfologia. Il dato viene spazializzato assegnando dei punti proprietà alle voci. Quindi un nostro algoritmo calcola tutto: altezza dal suolo della neve, accumulo e tanto altro”. Traducendo il tutto, per gli sciatori i tempi delle trasferte a vuoto, con le amare sorprese di piste poco innevate o altre condizioni sfavorevoli, sono finiti. Grazie alla tecnologia, la montagna è diventata davvero “intelligente”.

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