L’Italia post pandemia torna ad essere una tra le mete europee più amate dal turismo internazionale, con presenze da record registrate durante gli ultimi ponti e il weekend pasquale, superiori ai livelli del 2019. Ma nonostante le ottime stime riguardo una crescita economica del settore turistico, che secondo Bankitalia vale il 5% del PIL e genera almeno il 6% dei posti di lavoro, ci sono alcuni problemi che riguardano il sovraffollamento. Ne parla il quotidiano francese l’Opinion, secondo cui molti tra i principali luoghi visitati infatti non risultano pronti all’accoglienza di grandi flussi di persone. E si rischia anche un danneggiamento irreversibile del territorio naturale, oltre al potenziale pericolo per il patrimonio culturale e artistico.
Il quotidiano francese l’Opinion mette in evidenza anche alcune soluzioni emergenziali che i sindaci di alcuni comuni stanno pensando di mettere in atto per limitare il fenomeno. Ad esempio l’ordinanza sindacale di Portofino che stabilisce alcune “zone rosse” per limitare gli assembramenti in determinate aree. Così come altri piccoli comuni della costa ligure che stanno valutando un limite agli ingressi turistici, e lo stesso tipo di provvedimento potrebbe presto venire adottato da molti altri siti di importanza storica ed archeologica, nei quali si prevede già che durante l’estate sarà difficile gestire il crescente afflusso di folla.
TURISMO IN ITALIA, RISCHIO SOVRAFFOLLAMENTO: LE SOLUZIONI DEI SINDACI
In base ai dati in possesso dell’Enit, Ente nazionale del turismo, sono attesi per i prossimi mesi 61 milioni di turisti dall’estero, in particolare da Usa e Cina. In base ad un sondaggio recente sulle mete preferite dai visitatori, il 37,7% degli intervistati ha dichiarato di voler andare in Italia nel 2023. Questo rappresenta sicuramente un successo per l’economia del paese, ma comporta anche molti rischi di gestione che se non accuratamente calcolati potrebbero compromettere alcuni luoghi con più fragilità territoriale. Quindi, sono sempre più numerose le decisioni drastiche in merito da parte dei sindaci. Dopo la Liguria, anche il Sud Tirolo ha deciso di limitare il numero di visitatori al lago di Braies. Per il lago di Garda invece si potrebbe valutare una soluzione a pagamento, che limiterebbe il sovraffollamento. Come dichiarato dal presidente di Federalberghi Veneto Ivan De Beni “è come un contenitore che se non smetti di riempirlo a un certo punto trabocca“. Nel frattempo, prosegue anche la battaglia degli albergatori su una regolamentazione degli affitti brevi, per i quali si è reso necessario l’intervento del ministro Daniela Santanchè che ha promesso una stretta entro fine maggio.