Sia come acronimo per “salus per aquam” (la salute attraverso l’acqua), sia (più probabilmente) come richiamo alla cittadina belga Spa nota fin dai tempi dell’impero romano quale mèta eletta per i bagni termali, sotto il termine “spa” si intende comunemente una stazione dove si possono avere trattamenti a base d’acqua, termale (si parla allora di terme vere e proprie, che sfruttano l’acqua che sgorga dal sottosuolo, con vapori e fanghi) o marina (talassoterapie), per la cura del corpo. Ma oggi sono sempre più diffusi i centri benessere che a fianco di una spa vera e propria offrono trattamenti basati sulle manipolazioni, massaggi e percorsi beauty. Sottigliezze: in realtà il successo di spa, centri wellness e via dicendo sta diventando sempre più consistente, evidentemente accelerato nella ripresa post-pandemica, una sorta di rimbalzo dopo un lungo periodo di inattività, o di aperture comunque limitate, con saune, bagni turchi e altri ambienti “umidi” che erano stati messi off limits (era consentita solo la sauna finlandese, quella “secca”, dato che il virus Covid è termolabile e non sopravvive oltre i 70°).
Ma il tratto distintivo di questa fase di risveglio delle terme è anche l’inedita attenzione verso la “salute del territorio” dove insiste quella determinata stazione. Lo rivela l’indagine, ideata e realizzata da Federalberghi Terme in collaborazione con Eumetra, che è stata presentata al recente TTG di Rimini. Dalle interviste effettuate su un campione di 1.000 individui rappresentativi della popolazione per area geografica, genere, età e titoli di studio, emerge che oggi non conta più soltanto la struttura termale in sé, ma anche la sua area di appartenenza. “Si guarda al territorio nel suo complesso – dice Emanuele Boaretto, architetto delle piscine da record e presidente di Federalberghi Terme -, che per chi lo frequenta deve essere sano, vivibile, il più possibile rispettato. In sostanza, chi oggi cerca il benessere e le terme vuole anche tutto il resto attorno a sé. L’indagine mette a fuoco questo importante elemento: la spa è il secondo punto di approdo che si cerca laddove si considera l’eventualità di una vacanza dedicata alla propria salute”.
Il comparto terme sta attirando dunque nuove attenzioni: dalla platea di anziani in soggiorno grazie alla mutua di un tempo, a un pubblico ben più giovane di oggi, attratto dalle cure ma anche dal relax. E se alle Terme Euganee (Padova) – la più grande, importante e antica stazione termale d’Europa, specializzata nel trattamento della fango-balneo-terapia – si punta sull’unicità dei suoi fanghi, garantiti da un brevetto europeo e certificati Doc dalla Regione Veneto, a Chianciano si stanno attrezzando i siti che ospiteranno (il prossimo 28 e 29 ottobre) gli Stati generali del turismo, organizzati dal ministro Massimo Garavaglia (che non sa ancora se in quei giorni sarà ancora a capo del dicastero o no).
In ogni caso, il settore – stando allo studio – è pronto a cambiare: attualmente la domanda del mercato non guarda più all’aspetto squisitamente medicale, ma anche al wellness, al benessere in senso assoluto che può costituire di per sé un’opportunità ulteriore di sviluppo.
“L’obiettivo principale della nostra ricerca – ha dichiarato il Presidente di Federalberghi Terme Emanuele Boaretto – è stato quello di comprendere che cosa sia cambiato nella percezione soggettiva della persona nei confronti della fruizione delle terme dopo lo shock provocato dalla pandemia, quali esigenze e quali aspettative siano a oggi in testa alla classifica a differenza dei tempi precedenti. Noi partiamo dal presupposto che la pandemia ha sconvolto il mondo portando le attenzioni della persona verso la natura piuttosto che verso una dimensione antropizzata, costruita dall’uomo”.
“Ogni dettaglio rilevato dallo studio è essenziale per muoversi nella direzione giusta – ha commentato ancora Boaretto -. Va da sé che le terme devono dotarsi e arricchirsi di quei servizi che finora non necessariamente avevano al proprio interno. Aggiungo un’altra tessera al mosaico che vorremmo comporre: consideriamo indispensabile, per l’equilibrio di un territorio dove insiste una struttura termale, che le amministrazioni locali, in comunione con le terme, mettano a sistema una serie di attenzioni e di interventi che oggi sono giudicati fondamentali per i fruitori delle terme. Chi ha come obiettivo la vacanza medicale e/o di benessere, si aspetta di trovare circuiti enogastronomici autentici, strutture dedicate al relax, piste ciclabili e quant’altro. Il mondo è davvero cambiato: ormai la gente non si muove più soltanto per andare in hotel”.
“Ora per noi il primo passo – ha concluso Boaretto – è portare i risultati di questa ricerca all’attenzione delle amministrazioni dei territori dove insistono le terme o i centri termali più complessi. C’è bisogno di una rivoluzione culturale e anche strutturale, perché le terme non hanno perso appeal, piuttosto devono solo rinnovarsi, arricchirsi di quei servizi che non c’erano. È necessario fare sistema con gli organi territoriali preposti, in quanto molta parte dell’attrattività di questo comparto dipende dalle strutture e dalle infrastrutture locali. E ancora, sarà essenziale investire sulla qualità dell’accoglienza: parcheggi, piste ciclabili, teatri, architettura del verde, ovvero tutto ciò che, della vacanza termale e non solo, farà per certo un’esperienza unica”.
— — — —
Abbiamo bisogno del tuo contributo per continuare a fornirti una informazione di qualità e indipendente.
SOSTIENICI. DONA ORA CLICCANDO QUI