Alberghi quasi pieni, città d’arte ripopolate di turisti, spiagge e montagne prese d’assalto. Una Pasqua di netta ripresa. Però… “Il nostro settore sta vivendo una lunga crisi, adesso peggiorata dal conflitto in Ucraina. L’impatto sul comparto è stato importante e continuerà purtroppo ad esserlo anche quest’anno.



Le conseguenze per imprese e addetti, senza ulteriori sostegni, saranno gravi ed irreversibili”, dice Pier Ezhaya, presidente Astoi Confindustria Viaggi (la rappresentanza di to e agenzie di viaggio). “Nel Pnrr – ha sottolineato alla Bit Franco Gattinoni, presidente Fto (la federazione del turismo organizzato) – per agenzie di viaggi e tour operator non c’è quasi nulla, se non un investimento sulla digitalizzazione che prevede un raddoppio a fondo perduto sull’investimento versato, con un cap di 25 mila euro. Per le grandi aziende è una somma insignificante, ma per le piccole aziende non c’è neanche la possibilità di poter investire”



Insomma, se l’hospitality di casa nostra può cominciare a respirare, per le agenzie è ancora profondo rosso. È davvero così?

La crisi non è assolutamente passata – dice Luisa Muraro, founder de L’impronta viaggi travel group, rodata agenzia padovana che comprende TED (travel emotion design) e ITM (Italy travel mood) -. Il settore viaggi, dopo la pandemia, è estremamente dipendente dagli avvenimenti esterni. Le persone sono molto attente a questo e non si lasciano andare facilmente a viaggi senza pensieri. Adesso si lavora per l’estate, ma dovremo poi vedere a ottobre/novembre come potrà essere la situazione geopolitica e quella legata al Covid.



Si dice che il lavoro delle adv stia cambiando, evolvendosi tra innovazione tecnologica ma anche più considerazione per il capitale umano, in un rapporto stretto con il cliente. 

Certamente, il lavoro dell’agente di viaggio è già cambiato moltissimo e continua a farlo. Il cliente, dalla pandemia in poi, è diventato molto più esigente a livello tecnologico e richiede risposte molto più veloci e immediate, in quanto abituato a un’offerta digitale sempre più pronta e istantanea. Whatsapp, social media e l’uso della messaggistica veloce, sono diventati il mezzo di comunicazione principale, con i suoi pro e i suoi contro. È sicuramente più facile raggiungere clienti anche di fasce d’età nuove, ma sono anche strumenti che implicano una connessione e una dimestichezza che spesso vanno a scontrarsi con servizi e fornitori digitalmente non altrettanto pronti. Tuttavia è cambiata anche la modalità di assistenza dell’agente di viaggio al cliente. All’adv viene richiesto un supporto a 360 gradi, con la macchinosa difficoltà di adempiere a tutte le disposizioni Covid in continuo aggiornamento e diverse per ogni destinazione. Detto questo, per quanto riguarda il capitale umano, anche nel nostro settore si cambia. Sempre più spesso il cliente ha poco tempo e lo si incontra solo per la consegna dei documenti, a volte nemmeno per quello. Sempre di più il digitale sta trasformando anche per noi la realtà “vera” in virtuale.

Note felici, però, per il mercato di Pasqua… 

I segnali di ripresa ci sono, anche se non ai normali ritmi pre-pandemia. Ovviamente si risente di quanto sta succedendo in Ucraina e alle conseguenze economiche e psicologiche che la situazione porta nel resto dell’Europa. La ripresa quindi c’è, ma è graduale, altalenante, e rivolta solo a specifiche destinazioni dove le persone possono sentirsi più sicure.

Riparte anche l’outgoing? Su quali mete? 

Per quanto riguarda l’outgoing le richieste sono al momento in prevalenza per Parigi e le altre capitali europee, il Mar Rosso per il medio raggio, mentre per il lungo raggio le Maldive e New York, più che per combinati o lunghi tour on the road. Noi lavoriamo anche come to, sviluppando proposte su misura, sia individuali che per gruppi: è anche questa una modalità della ripartenza.

(Alberto Beggiolini)

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