“Immagino una prossima stagione all’insegna del green pass, ma spero senza contingentamenti. Mi rendo conto della situazione ancora emergenziale: si potrebbe al limite sopportare una riduzione di capienza del 20%, e non nei festivi, ma davvero non ci si può chiedere di più”. Parola di GIovanni Brasso, l’ingegnere presidente della Sestrieres spa, la società che gestisce il Domaine Skiable Internazionale della Vialattea, il comprensorio italo-francese che comprende Sestriere, Sauze d’Oulx, Oulx, Sansicario, Cesana, Pragelato, Claviere (nella piemontese Alta Val Susa) e la francese Montgenèvre, da 1350 metri al punto più alto di Monte Motta, a 2800, nell’area di Sestriere.
È il quinto comprensorio al mondo per estensione, la seconda stazione sciistica più grande d’Europa, 400 chilometri percorribili tutti sci ai piedi, 120 coperti da innevamento programmato, 70 impianti di risalita e 243 piste: è il carosello che ospitò le Olimpiadi Torino 2006.
Presidente, adesso finalmente stanno per arrivare i denari del fondo montagna?
Così si dice, e spero fermamente che si voglia procedere alla ripartizione direttamente dal ministero agli aventi diritto, attraverso l’Agenzia delle entrate. In realtà, sarebbe stato molto meglio quei soldi fossero arrivati prima, vista la situazione insostenibile in cui si ritrovano oggi molti operatori, stritolati tra i costi sopportati, i mancati introiti e la stretta creditizia operata dagli istituti. La scorsa stagione il lockdown ci ha fatto perdere il 90% del fatturato, che in tempi normali si aggira intorno ai 30 milioni di euro. Speriamo non si debba ripetere mai più.
Fino ad ora, nessun sostegno?
Solo dalla Regione Piemonte, e parlo davvero di pochi aiuti. Dallo Stato zero assoluto. E dire che sostenere l’impiantistica montana significa sostenere anche le imprese alberghiere – visto che la montagna d’inverno senza impianti di risalita è morta – e con loro anche tutto l’indotto che ne consegue.
State predisponendo le misure necessarie per evitare assembramenti e contagi?
Lo facciamo già dall’anno scorso, con skipass elettronici, prenotazioni da remoto e via dicendo. Certo, possiamo incaricarci di evitare le code fino a dieci metri dagli impianti, ma è evidente che oltre non possiamo andare, e lì finisce la nostra competenza. In ogni caso, per la prossima stagione siamo ancora nella nebbia: non si sa nulla di probabili linee guida, di date, di normative. È un’incertezza che non ci aiuta davvero. Solo per fare un esempio, noi ci appoggiamo ad una grande azienda che produce le macchinette bigliettatrici, ma se non sappiamo con precisione se potremo lavorare, e come, l’investimento delle somme necessarie agli ordini di quei dispositivi diventa un azzardo.
In ogni caso, vi state comunque preparando?
Dobbiamo. Gli impianti non si rimettono in funzione dall’oggi al domani, c’è bisogno di manutenzione, di collaudi, e anche le piste vanno curate e preparate. La nostra timeline l’abbiamo fissata come da tradizione sul 5 dicembre, e stiamo lavorando per farci trovare pronti a quella data. Andiamo avanti con il personale fisso, ma tra un po’ dovremo contrattualizzare anche gli stagionali. Per fortuna non dovrebbero mancare: possiamo contare su uno zoccolo duro anche di questi.
Ci sono nuovi “pianeti” nella Via Lattea 2021-22?
Abbiamo un nuovo impianto, un altro completamente rinnovato e abbiamo studiato un sistema diverso per la bigliettazione, con giornalieri che possono arrivare fino ad un massimo, e poi le corse diventano gratuite. È un sistema che dovrebbe facilitare l’utente, rendendo meno oneroso l’investimento iniziale, sul tipo di quanto accade negli abbonamenti per il calcio.
Un’ultima domanda. Si dice che abbia pensato di cedere tutto…
Io posso solo dire che il mondo è diviso a metà: c’è la metà da vendere e la metà da comprare. (E a volte, si sa, le due metà coincidono… ndr)
(Alberto Beggiolini)