Skipass personale e non cedibile, venduto prevalentemente online; accesso agli impianti solo con il green pass (non obbligatorio per i ragazzi fino ai 12 anni d’età); capienza degli impianti variabile (80% per cabinovie e funivie, con mascherina; senza limiti per le seggiovie); vietato mangiare, bere o fumare nelle fasi d’imbarco. Sono le linee guida contenute nel protocollo siglato lo scorso settembre a Milano da Fisi (Federazione Italiana Sport Invernali), Anef (Associazione Nazionale Esercenti Funiviari), Federfuni Italia (l’associazione italiana delle aziende ed enti proprietari e/o esercenti il trasporto a fune in concessione sul territorio nazionale), Amsi (Associazione Maestri Sci Italiani) e Colnaz (Collegio Nazionale Maestri). Praticamente tutti i player del sistema neve, come si vede, ma il protocollo manca ancora dei sigilli di Cts e ministeri competenti (Salute, Trasporti, forse anche Turismo). La burocrazia, si sa, ha tempi poco conciliabili con quelli dell’industria della montagna d’inverno, che ha bisogno di sicurezze su cui basare investimenti (personale e strutture) e programmazioni (innevamenti e rifornimenti).



Così, confidando nella bontà delle linee adottate, e anche sul silenzio/assenso romano, la macchina si sta già muovendo. “Ad oggi non abbiamo purtroppo in mano ancora niente – ammette Andy Varallo, presidente di Dolomiti Superski -. Stiamo lavorando a stretto contatto con la politica: conto a breve di ricevere i vari documenti che ci permetteranno di programmare l’apertura. Manca ancora il dpcm per la nuova stagione, ma forse a fine ottobre almeno dovrebbe aprire la piattaforma per i ristori”. Dopo una stagione interrotta bruscamente (quella dell’inverno 2019-20) e una saltata del tutto (2020-21), ogni ritardo ulteriore sarebbe vissuto dagli operatori come una vera beffa.



Nel frattempo, si comincia. Per il carosello di Dolomiti Superski i primi impianti prenderanno a funzionare dal 27 novembre, mentre l’apertura ufficiale è prevista per il 4 dicembre, poco prima del tradizionale ponte dell’Immacolata. In altre zone, però, la stagione 2021-22 è già iniziata. Come in Val Senales, Alto Adige, che ha aperto già un mese fa, per sciare sul ghiacciaio. Si scia anche a Breuil-Cervinia, la stazione valdostana ai piedi della Gran Becca, che ha avviato gli impianti registrando fin da subito un gran numero di sciatori, tutti muniti di skipass acquistato online, green pass, documento di identità e mascherina, con puntuali controlli affidati al personale degli impianti, alla polizia locale, ai Carabinieri e alla Guardia di finanza. Tutto sembra essere filato liscio, con gli sportivi soddisfatti di potere anche sconfinare in Svizzera, sulle piste di Zermatt, sull’altro versante del Cervino (che in Svizzera è chiamato Matterhorn). Dopo Val Senales e Cervinia, il prossimo fine settimana dovrebbe riaprire anche Livigno, in Lombardia, con le piste da fondo della “Marianna Longa”: gli altri impianti riapriranno il 27 novembre.



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