Stranezze delle restrizioni anti-Covid. Oggi ad esempio capita che sia consentito di recarsi in alcuni Paesi esteri, prevalentemente dell’area Schengen, ma allo stesso tempo, in caso di limitazioni agli spostamenti derivanti dai colori assegnati ai diversi territori, non si consideri il viaggio un “giustificato motivo” per spostarsi dal proprio comune o dalla propria regione verso l’aeroporto di partenza. Anche se questi spostamenti riguarderebbero comunque persone in possesso di un certificato di negatività al Covid (richiesto per il volo).
È emerso anche quest’assurdo controsenso durante il primo incontro, l’altro giorno, tra il mondo del turismo organizzato (tour operator, agenzie di viaggi e imprese di produzione e distribuzione di servizi di viaggio) con il nuovo ministro del Turismo Massimo Garavaglia. “Il nostro è probabilmente il segmento della lunghissima filiera del settore turismo più colpito dalle conseguenze e dalle restrizioni dovute alla pandemia”, hanno ribadito alla fine del colloquio le principali rappresentanze di categoria (AIDiT Federturismo Confindustria, ASSOVIAGGI Confesercenti, ASTOI Confindustria Viaggi, FIAVET e FTO-Federazione Turismo Organizzato Confcommercio). “Dall’inizio della pandemia abbiamo registrato un calo di fatturato superiore al 90%, rimanendo in uno stato di ‘lockdown de facto’ da oltre un anno. Le perdite registrate nel solo 2020 ammontano a circa 12 miliardi di euro”.
Al ministro le associazioni hanno quindi chiesto di sbloccare subito i pagamenti delle risorse già approvate e stanziate, per assicurare la continuità amministrativa nel passaggio di competenze al nuovo ministero: “Ad oggi il 40% delle imprese non ha ancora ottenuto il pagamento integrale dei primi ristori previsti dal decreto del 12 agosto 2020 ed è ancora pending l’invio della richiesta di autorizzazione alla Commissione europea per recepire l’innalzamento della soglia del temporary framework e per i pagamenti dei contributi superiori a 800 mila euro”. Nel primo incontro tra le categorie e il ministro è stata anche sottolineata la necessità di “affrontare, nel Decreto Sostegni di prossima emanazione e nei successivi decreti, il tema della copertura delle perdite subite da agosto 2020 in poi (fabbisogno stimato in almeno 650 milioni di euro) e l’importanza di definire criteri più equi che tengano conto delle imprese turistiche escluse dai ristori, tra cui quelle di nuova apertura, e del mix di fatturato intermediazione/organizzazione. È stata richiesta l’estensione della durata delle agevolazioni fiscali, delle sospensioni contributive e degli ammortizzatori sociali per le imprese del settore, oltre alla decontribuzione per tutte le aziende che decidano di far rientrare i dipendenti dalla cassa integrazione fino a dicembre 2021″.
E per quel controsenso dei viaggi in partenza da aeroporti irraggiungibili? La richiesta fatta dalle associazioni è “che il possesso di un comprovato titolo di viaggio costituisca un giustificato motivo per effettuare lo spostamento. Ma si è anche sottolineata l’esigenza di allineare con l’Ue i corridoi aperti: il ministro ha riferito di aver partecipato a una riunione con gli altri ministri del turismo europei per la definizione di protocolli condivisi per una riapertura coordinata del traffico internazionale, in particolare in area Schengen”.
Dopo l’incontro con le rappresentanze del tour operating, ieri per l’agenda del neoministro è stata la volta degli “stati generali del turismo”, promossi a Sorrento dal Comune, con il patrocinio di Enit e Regione Campania, per un’analisi della situazione anche sulla scorta di una ricerca realizzata tramite Human, la piattaforma web e social listening sviluppata con algoritmo italiano. Il report ha confermato ancora una volta che l’Italia è méta di grande interesse per gli stranieri, adesso ovviamente molto attenti alla sicurezza sanitaria e alle eventuali restrizioni degli spostamenti. “C’è una grande voglia di Italia nel mondo e noi dobbiamo essere pronti a intercettarla – ha detto il ministro -. Bisogna accelerare sui vaccini, questo è un punto chiave. E bisogna essere pragmaticamente ottimisti. Anche l’estate scorsa si è riusciti comunque a fare un po’ di vacanza, chiaramente più turismo italiano, Italia su Italia. Confidiamo si possa ripetere. L’importante è che, una volta ripartiti, non ci si fermi più”. “Il turismo è il pezzo dell’economia che riparte prima – ha concluso Garavaglia -, quindi l’industria del turismo va tutelata adesso, perché poi, appena ci saranno le condizioni, possa ripartire al 100% e anche di più”.