Il grande salone tedesco del turismo, l’ITB Berlin Now (la maggiore fiera-mercato del settore), si sta svolgendo in questi giorni nelle nuove metodologie, e cioè on-line. Un salone virtuale, che dà la misura dei tempi, ma che in qualche modo restituisce anche il senso della resilienza di un settore che, nonostante le drammatiche perdite, è sempre pronto ai blocchi di partenza. Proprio la Germania è storicamente il principale Paese di provenienza in Italia per flussi turistici, primo Paese per presenze e spesa turistica: oltre 7,6 miliardi di euro di introiti in Italia nel 2019 con un aumento del +7,4% rispetto al 2018 ed una quota parte del 17,2% sul totale internazionale. All’ITB è presente – ovviamente in collegamento – anche la nostra Agenzia nazionale del turismo, l’Enit, il vero “braccio armato” del nuovo ministero guidato da Massimo Garavaglia.
È così, presidente Giorgio Palmucci? La sua agenzia è davvero l’emanazione operativa del neodicastero? E in questo senso, sono prevedibili modifiche alle sue funzioni?
Operativi siamo stati sempre, impegnati nella promozione dell’Italia nel mondo, anche durante la pandemia. L’obiettivo è sempre quello di rafforzare il nostro brand-Paese. Se adesso per raggiungere nuovi risultati ci saranno affidate nuove competenze, magari attraverso progetti speciali ad hoc, siamo pronti, anche per una revisione dello statuto, che era stato studiato in riferimento all’incoming dall’estero, e che invece oggi, con le limitazioni ai viaggi soprattutto intercontinentali, deve basarsi soprattutto sul turismo domestico, nazionale ed europeo di prossimità. Abbiamo recentemente firmato anche il protocollo Valore Paese Italia, insieme a Demanio e ministero della Difesa, un progetto nazionale di promozione del turismo sostenibile connesso alla valorizzazione del patrimonio pubblico di immobili di interesse storico-artistico e paesaggistico.
Come giudica l’azione del recente Governo Draghi, con la restituzione di un ministero dedicato al settore turismo?
Non posso che essere soddisfatto, ovviamente, del ripristino di un ministero ad hoc, che sta procedendo con una rapidità inusuale anche con la sua strutturazione: il decreto attuativo è arrivato ancor prima dell’allestimento dell’ufficio del nuovo ministro, e cioè dopo poche settimane, anziché i mesi che di solito trascorrono per un simile adempimento burocratico. E sono stato piacevolmente sorpreso dalle parole del Premier Draghi, che, fatto unico nelle legislature degli ultimi decenni, nel suo primo discorso programmatico ha citato il turismo quale asset fondamentale per l’economia e la ripresa del sistema Italia.
In questa edizione virtuale dell’ITB (3.513 espositori da 120 Paesi) risulta molto visitato il Medical Tourism Pavilion, il corner tutto riservato al turismo medico. È solo una tendenza temporanea legata alle contingenze o un trend che si va solidificando?
Il turismo medicale è da tempo in forte crescita, e da un anno ancor più in evoluzione per l’effetto pandemia. È un turismo che vede i flussi maggiori provenienti da Paesi sanitariamente meno organizzati verso quelli considerati più affidabili, o anche più convenienti. Non si tratta dei “viaggi della speranza”, ma spesso della ricerca del wellness, del benessere, o per periodi di riabilitazione o delle eccellenze sanitarie.
Dagli ultimi sondaggi, presentati proprio a Berlino, emerge nitida la volontà di moltissime persone di rimettersi in viaggio, non appena possibile. E tantissimi stanno già pianificando vacanze e viaggi per i prossimi mesi. L’Italia è pronta a intercettare questa tendenza?
Si sta cercando di accelerare il piano di vaccinazioni, ed è questo il modo migliore per assecondare le volontà dei viaggiatori. Si deve puntare sulla sicurezza sanitaria, oggi divenuta la prima discriminante, anche più importante di prezzi e listini. Una sicurezza da conquistare in coordinamento con l’Unione europea, per evitare fughe pericolose di alcuni, come i corridoi sanitari visti l’anno scorso. Sarebbe bene spingere anche sull’affidabilità delle strutture ricettive e la salute del personale, magari attraverso campagne di vaccinazione mirate: probabilmente il prossimo Decreto Sostegni potrebbe dare orientamento in questo senso.
Come state modulando la vostra azione? State elaborando un nuovo business plan?
Stiamo ultimando la stesura del nuovo piano strategico biennale, che è in ritardo, vista la sospensione subita l’anno scorso. Abbiamo sviluppato nuove campagne di marketing, almeno una per ogni Paese con uffici di rappresentanza Enit (sono 29, compreso quello appena aperto, a Shanghai, ospitati quasi sempre nelle ambasciate o nei consolati e con operatori locali ma con seconda lingua l’italiano). Come dicevo, dobbiamo però orientarci anche sul turismo domestico e di prossimità, e sui vari turismi più penalizzati dalla pandemia, come il mondo dei meeting o quello degli eventi.
Quali sono le parole chiave su cui sarà basata la strategia per l’estate 2021?
L’Italia è sempre la mèta più desiderata tra i viaggiatori del mondo: sarà il turismo alto spendente il primo a ripartire, ma speriamo che in breve la platea possa allargarsi del tutto. La nostra strategia punta sulla sostenibilità, sull’inclusione, sull’innovazione, in una forte sinergia tra il settore pubblico e quello privato. È una visione che scommette su un turismo migliore, con il brand-Italia di grande presa anche tra le nuove generazioni di viaggiatori. E con inclusione intendo l’attenzione a segmenti diversi di turisti, ad esempio il mondo LGBT, in crescita costante, oggi riconosciuto quale importante veicolo per lo sviluppo economico e competitivo delle destinazioni turistiche.
Presidente, si parla spesso della digitalizzazione. Durante la pandemia, l’uso di tecnologie intelligenti nell’industria del turismo è aumentato notevolmente. Sarà un trend costante?
Indubbiamente. Sarà proprio il digitale ad aiutare il turismo dei prossimi tempi, con modalità sempre più immediate ed accessibili, affidabili e sicure. L’Italia in questo campo s’è ritrovata un passo indietro rispetto ad altri mercati, primo tra tutti quello statunitense. Ma si sta lavorando assiduamente, anche in questi periodi difficili, per colmare il gap. Enit, ad esempio, grazie alla digitalizzazione, l’anno scorso ha potuto raggiungere oltre un miliardo di persone: quest’anno proseguiremo così, illustrando e spingendo le prenotazioni verso il nostro Paese.
(Alberto Beggiolini)