Il turismo a Pasqua sarà in lockdown… anzi, no: coloro che hanno in mente di effettuare un viaggio all’estero, potrà farlo, raggiungendo l’aeroporto con apposita autocertificazione anche se residente in una regione di colore rosso o arancione. La decisione è stata ufficializzata dal Viminale, con particolare riferimento al ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese, attraverso una nota protocollata al cui interno si esplicita che “sono giustificati gli spostamenti finalizzati a raggiungere il luogo di partenza di questo tipo di viaggi che, in quanto generalmente consentiti, non possono subire compressioni o limitazioni al proprio svolgimento”.



Una scelta che non ha potuto lasciare indifferenti gli albergatori italiani, che hanno fatto sentire la loro voce attraverso le parole del presidente di Federalberghi, Bernabò Bocca, che non le ha certo mandate a dire a nessuno: “Gli hotel e tutto il sistema dell’ospitalità italiana sono fermi da mesi, a causa del divieto di spostarsi da una regione all’altra. Non comprendiamo come sia possibile autorizzare i viaggi oltre confine e invece impedire quelli in Italia”.



TURISMO A PASQUA: DECISIONE DI LAMORGESE, MA IL WEB SE LA PRENDE CON GARAVAGLIA

Il Viminale ha reso note anche le destinazioni che potranno essere scelte dagli italiani per il turismo a Pasqua: l’elenco è lunghissimo, ma è d’uopo sottolineare che coloro che sceglieranno di recarsi in Austria, Regno Unito o negli Stati Uniti d’America, al loro rientro dovranno osservare un periodo di quarantena pari a due settimane, con isolamento fiduciario al ritorno decretato anche per chi volerà in Australia, Nuova Zelanda, Corea, Ruanda, Singapore e Thailandia. Nel frattempo, sul web, soprattutto sui social network e su Twitter, sono scoppiate le polemiche per questo lasciapassare pasquale verso l’estero, con i cittadini che, tuttavia, hanno indirizzato la loro rabbia contro il soggetto sbagliato: ripetiamo, infatti, che si è trattato di una scelta del ministro Lamorgese, mentre gli attacchi telematici sono tutti rivolti al ministro del Turismo, Massimo Garavaglia, estraneo alla questione. Questi alcuni tweet pubblicati contro di lui, con tanto di hashtag #grazieGaravaglia che sta diventando virale: “A Pasqua è più facile andare a Dubai che a pranzo dai miei genitori distanti 15 minuti di auto”; “#graziegaravaglia per essere il miglior ministro del Turismo che la Grecia abbia mai avuto”.

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