“Il turismo è un settore che oggi ha una grande opportunità. È uno dei settori più colpiti dalla pandemia, e proprio per questo sono previsti investimenti per la sua ripartenza. Ma è una ripartenza che dovrebbe iniziare col piede giusto, nell’ottica di una transizione ecologica e digitale”.

Lo sostiene Alfonso Pecoraro Scanio, avvocato, già presidente dei Verdi, ministro all’Agricoltura, e poi ministro all’Ambiente e alla tutela di territorio e mare, oggi presidente della fondazione Univerde e docente alle lauree di turismo di Milano Bicocca, Roma TorVergata e Napoli Federico II.



Di ecologia e innovazione digitale si parla molto, ma lei, presidente, cosa intende esattamente?

È evidente che bisogna migliorare la qualità dei servizi, in tutti i settori, e anche nel turismo. Va cercata l’efficienza, ma con minore impatto ambientale. In pratica, soprattutto adesso con i fondi del Pnrr in arrivo, bisogna investire di più per riuscire poi a spendere meno. Bisogna usare in modo intelligente il debito, insomma, e trasformare la voglia di Italia che c’è nel mondo in turismo di qualità, che porta ricchezza senza danneggiare le bellezze naturali e artistiche. 



Secondo lei, si sta andando su questa strada?
Sull’ecologia c’è una nuova grande sensibilità, e si fanno molte scelte innovative. Anche nel campo amenities ci sono già aziende più sostenibili di altre, e spesso si registrano iniziative in questo senso innovative anche solo da imprese private. Ma non si possono dimenticare anche le azioni intraprese a livello nazionale, come il fotovoltaico, un impegno nelle energie rinnovabili che vede l’Italia al secondo posto in Europa, o come l’Ecobonus (contributi per l’acquisto di veicoli a ridotte emissioni) o il Superecobonus (la detrazione del 110% delle spese sostenute per interventi finalizzati all’efficienza energetica e al consolidamento statico o alla riduzione del rischio sismico degli edifici).



Lei fu, prima dei ministeri, presidente della Federazione dei Verdi e prima ancora militò nel Partito Radicale, sempre con una forte spinta ambientale ed ecologista. Oggi come vede maturati quegli ideali?

Fa bene a parlare di ideali, perché sono loro a portare la pace. Al contrario le ideologie portano alla guerra, e lo stiamo purtroppo verificando. Noi, “Verdi”, avevamo lo slogan “Né a destra, né a sinistra, ma avanti”, un concetto che molti anni dopo venne ripreso da Grillo. In ogni caso, oggi la consapevolezza per l’ambiente mi sembra cresciuta notevolmente, ma credo vada portata avanti dai giovani e con nuovi modi. Vedo ad esempio la recente manifestazione Fridays for future. Sono passi importanti per fare evolvere il sentire comune.

L’ecologia in simbiosi con la sostenibilità?

Certo, con un’attenzione diffusa, sempre in aumento. Oggi si scelgono strutture e servizi con estrema attenzione al loro profilo di sostenibilità: i viaggiatori sono disposti a spendere anche un po’ di più pur di vedere soddisfatti i requisiti richiesti. Esistono tre livelli di declinazione della sostenibilità: quello ambientale, quello sociale e quello economico. Sono parametri che necessitano di legami stretti e che se invece vengono raggiunti singolarmente sono destinati a vita breve o a impatti limitati. Bisognerebbe giungere a una certificazione anche “etica” per rendere individuabili subito le offerte più ecologiche e non confondere i fruitori solo con le parole.

C’è poi la digitalizzazione…

Che è il solo strumento a poter garantire una nuova capacità di penetrazione dei mercati, direi in maniera più taylored, su misura. E a rendere rapidamente accessibili complicate funzioni, dal controllo revenue alla customer satisfation, alla reputation.

Presidente, lei ha proposto la creazione di una rete di “attivisti ecodigital”. Di cosa si tratta?

Di una collaborazione tra istituzioni e imprenditori innovativi, proprio per coordinare le transizioni ecologica e digitale. L’Italia ha ottenuto grandi risorse europee per le due transizioni, ma con iniziative frammentate si rischia di non produrre effetti concreti e lasciare il Paese arretrato e più indebitato. Oggi mi sembra che siano le imprese a essere più “avanti” della politica.

Cosa vuol dire?

Faccio un esempio “virtuoso”. Oggi a Padova sarò presente all’avvio dei POD modulari, veicoli elettrici a guida autonoma: ogni piccola carrozza può ospitare 16 passeggeri, o merci, ed è in grado di raggiungere da sola la sua destinazione. È un’idea nata a Padova, e sposata dal Comune, già applicata alla viabilità di Dubai, che fa ben sperare in una mobilità adatta ai centri storici, con poco impatto sull’ambiente e una grande sostenibilità. Dunque un’iniziativa privata fa da apripista per una trasformazione “pubblica”. E non è un caso sia nata a Padova, città ai piedi di colline di origine vulcanica: saranno coincidenze, ma le genti che vivono all’ombra di rilievi vulcanici nascondono sempre grandi iniziative e creatività. Parola di salernitano…

(Alberto Beggiolini)

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