A Uno Mattina si parla del turismo religioso prendendo spunto da un articolo di Repubblica che parla di crisi. In studio Padre Enzo Fortunato che spiega: “Il turismo religioso non è in crisi, si coniugano i due percorsi, i cammini e i santuari. Calo a San Giovanni Rotondo? Guardiamo i dati statistici delle nascite, Papa Francesco ci ha ricordato che ogni anno una città di centomila abitanti sparisce in Italia, di conseguenza nelle statistiche tutto ritorna. I santuari – ha continuato – non vengono vissuti più come elemento consumistico, c’è una consapevolezza più interessante che riguarda il vissuto, risposte a domande esistenziali, e questo fa ben sperare, cade il numero ma aumenta la ricerca forte di Dio”.
Ivana Jelinic, CEO di ENIT, agenzia nazionale del turismo, in carica dal novembre dell’anno scorso, ha aggiunto sulla presunta crisi del turismo religioso: “Un turista religioso cerca anche di vedere il patrimonio artistico di questi luoghi, ci sono affreschi di autori che hanno segnato la storia dell’arte, non c’è un tema solo di spiritualità ma anche di ricerca del bello e delle meraviglie architettoniche di questo Paese. Credo che influiscano anche i collegamenti su alcune località, come ad esempio verso Pompei che ha reso la destinazione molto più avvicinabile soprattutto per gli stranieri. Poi ci sono le oscillazioni che sono un po’ fisiologiche con alcune località che sono più attenzionate e altre che subiscono una flessione, ma è un tema ciclico che poi si alterna nel tempo”.
TURISMO RELIGIOSO, IVANA JELINIC: “I CAMMINI PIU’ GETTONATI…”
Sulle mete più richieste: “Uno dei cammini più apprezzati è quello della via francigena, ma anche la via laueratana o quelli che attraversano il nord del Paese. Si cerca di abbinare esperienza naturalistica a basso impatto ambientale per scoprire luoghi da una prospettiva diversa, a piedi, in bici, con mezzi che non impattano sull’ambiente e consentono un’esperienza autentica”.
Padre Enzo Fortunato ha ripreso la parola concludendo: “La pandemia ha dato due aspetti, ci ha fatto diventare più nervosi e l’altro ci ha fatto capire che siamo sommersi di cose e abbiamo bisogno di tirare fuori il meglio della vita e l’essenzialità e il cammino ci porta a questo”.