Peccato non abitare a Capri, Ischia o Procida. Peccato perché sono location stupende, ovviamente, isole gioielli amate dai turisti di tutto il mondo. Ma adesso peccato anche perché chi abita lì, qualsiasi sia la sua fascia anagrafica, sta per ricevere il sospirato vaccino (somministrazioni da questo fine settimana). È la strategia di rilancio messa in atto dalla Regione Campania per sventolare in fretta la bandiera Covid-free sulle perle turistiche del suo mare, assicurando la copertura vaccinale a tutti i residenti (circa 7.200 a Capri, poco meno di ventimila a Ischia e poco più di diecimila a Procida), grossomodo sull’esempio di quanto sta facendo la Grecia per le sue innumerevoli isole e isolette.
Ma sulla stessa onda sono sintonizzati anche i sindaci di Favignana, di Lampedusa (e dell’isola dei Conigli) e Linosa (complessivamente 6.500 abitanti), impegnati a immunizzare almeno i cittadini che in un modo o nell’altro sono destinati a venire a contatto con i turisti: praticamente tutti. E si aggiungono anche i referenti trapanesi per tutte le isole Egadi e Pantelleria.
I primi cittadini hanno interessato della questione il commissario per l’emergenza, il generale Francesco Figliuolo, che ha accolto le istanze e ha di fatto sdoganato la campagna vaccinale nelle isole minori, approvata anche dal ministro al Turismo, Massimo Garavaglia (“Il punto è creare meccanismi per cui sia semplice circolare”, ha detto), che per la prima volta si è anche sbilanciato sul futuro complessivo della prossima stagione estiva. “Ci sono attività che si possono aprire dall’oggi al domani, come il barbiere – ha dichiarato -. Altre no, come i grandi alberghi. Bisogna monitorare i dati e sulla base dei dati aprire il prima possibile. Abbiamo bisogno di programmare per essere veloci, altrimenti gli altri ci superano. In Francia si parla del 14 luglio, negli Usa del 4 luglio. Il 2 giugno è la nostra festa nazionale: potrebbe essere questa la data delle riaperture per noi”.
Un giorno importante, simbolico. “Ma a dire il vero – commenta Bernabò Bocca, presidente di Federalberghi – noi speriamo si possa farlo anche prima…”.
È comunque un grande passo avanti, che non sarà ancora certezza, ma almeno fissa un paletto di riferimento, che sicuramente potrà essere suscettibile di scostamenti, conseguenti all’andamento dei dati sull’epidemia, ma che intanto dà una prospettiva. “Il settore del turismo è allo stremo e servono date certe per dare a operatori e cittadini il tempo e il modo di programmare – aveva commentato il ministro del Turismo nel corso di Porta a Porta -: finché non diamo la data di riapertura, la gente prenota da un’altra parte”. Da qui l’azzardo della data del 2 giugno. “Stiamo lavorando settore per settore per dare date specifiche – ha proseguito il ministro – e protocolli seri. C’è un dibattito molto ideologico sulle riaperture, ma non c’è il bianco o il nero. Dare solo segnali negativi è sbagliato, perché l’economia vive anche di aspettative. Monitoriamo settimana per settimana. L’anno scorso non sapevamo a cosa andavamo incontro, adesso abbiamo più esperienza e un piano vaccinale che sta procedendo. Lavoriamo al Green Pass che prevede tre condizioni, il vaccino, avere superato il Covid e un tampone negativo. Non è discriminatorio, esiste in Sardegna, e molte compagnie aeree lo applicano già”.
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